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Mangiare alla Giudecca

La Venezia di fronte: la Giudecca Se il Carnevale è un po’ il rovescio delle cose, il guardarle da un’altra prospettiva, anche Venezia si può svelare sotto altri punti di vista. Non da piazza San Marco, meravigliosamente piena di maschere e colori fino a qualche giorno fa, ma dall’isola che le sta davanti. La Giudecca. Stessa laguna, ma spirito molto diverso. Di là si accalcano i turisti, di qua, dall’altra riva, il fascino della città si fa discreto, meno opulento. Quasi popolare. Ma non è della Giudecca che parlerò in questo post, bensì di una trattoria che racchiude un tutto questo nella sua cucina. Dimenticate i menù in inglese e i camerieri anonimi, i prezzi da capogiro o i broccati. Qui il valore aggiunto è il pesce fresco. E trovare un posto che offra cucina gustosa a prezzi contenuti a Venezia è una soddisfazione che vale doppio. Tanto per cominciare l’approdo. Bisogna arrivare necessariamente in vaporetto; io l’ho preso comodamente da piazza San Marco. La fermata diretta è, manco a dirlo, la Palanca, ma scendendo …

Da Ambra: il ristorante delle donne

Una risposta a Masterchef e a tutti gli uomini stellati arriva dalla piccola Imola. All’Osteria del Vicolo Nuovo, infatti, in cucina sono tutte donne. E così anche in sala (anche se due uomini sono ammessi nello staff). Il motivo? “La cucina al femminile è più concreta, meno acrobatica. E poi noi donne siamo più brave, perché impariamo fin da piccole aiutando in casa”. Ha le idee chiare la dinamica Ambra Lenini “ostessa nell’animo”, sommelier, pioniera della ristorazione abbinata al vino di qualità. La sua osteria, che dal 1993 senza interruzioni vanta la chiocciola di Slow Food, il 22 gennaio festeggia un traguardo davvero speciale, i trent’anni. Era il 1994, infatti, quando in via Codronchi ha aperto questa enoteca, proponendo pochi piatti e affettati. “Si stava fuori di più la sera forse” ricorda Ambra, che comunque ancora oggi (e chi mi legge sa quanto queste siano sante parole) “se qualcuno si presenta anche alle 23.30 non lo caccio via”. E infatti al Vicolo Nuovo si va dopo il Comunale, come fanno gli stessi attori del resto. Ma lei la mattina alle 8.30 …

Mangiare a Venezia: il Paradiso Perduto

Non tutto è… perduto in Laguna Un breve post per sfatare un diffusissimo luogo comune: che a Venezia si mangia male. Tornata da poco dalla Mostra internazionale del Cinema voglio segnalare un posto che ha più di un punto a suo favore: il cibo è tradizionale (e buono), si trova in un punto molto pittoresco di Cannaregio, è popolato tanto da turisti che da gente del posto. E non costa un’esagerazione (siamo pure sempre in centro a Venezia, non è comunque regalato, questo sì). La cena al Paradiso Perduto (c’è anche un sito molto curato, qui tutte le informazioni sulla storia del locale con gli appuntamenti musicali) è stato un gradito ritorno. Ce lo consigliò la prima volta il proprietario del suggestivo B&b Campiello Zen (una favola, ma ha il suo costo): cercavamo un bacaro o comunque un posto il più possibile simile a un’osteria. La sfida a Venezia non è così facile: molte zone sono ostaggi dei turisti, le proposte di spaghetti bolognesi non si contano, così come i menù in inglese. Ma qualche isola felice …

Dove mangiare a notte fonda a Bologna

Voglio che i professionisti che leggono queste pagine le apprezzino per quelle che sono, e cioè uno sguardo sincero all’esistenza che molti di noi hanno condotto e respirato per la maggior parte dei propri giorni  e delle proprie notti, a detrimento della ‘normale’ interazione sociale. Non avere mai un venerdì o un sabato sera liberi, lavorare sempre durante le vacanze, essere indaffarati soprattutto quando il resto della popolazione è appena uscita dall’ufficio, generano una visione del mondo a volte peculiare, che spero i miei colleghi chef e cuochi riconoscano.  Anthony Bourdain, ‘Kitchen confidential’ Volevo scrivere questo post da tempo. Ma la spinta decisiva è arrivata dopo una serata organizzata dall’Ais di Bologna cui ho partecipato di recente. Il tema era quello delle osterie bolognesi dagli anni Venti a oggi con due testimoni che di aneddoti ne avevano parecchi da raccontare: Carlo Faccioli, ex titolare della storica osteria di via Altabella Olindo Faccioli (il padre) e Nicola Spolaore, figlio di quel Luciano che gestì fino a pochi anni fa l’Osteria del Sole (vicolo Ranocchi). Sono stati loro a guidarci in …