La Venezia di fronte: la Giudecca
Se il Carnevale è un po’ il rovescio delle cose, il guardarle da un’altra prospettiva, anche Venezia si può svelare sotto altri punti di vista. Non da piazza San Marco, meravigliosamente piena di maschere e colori fino a qualche giorno fa, ma dall’isola che le sta davanti. La Giudecca. Stessa laguna, ma spirito molto diverso. Di là si accalcano i turisti, di qua, dall’altra riva, il fascino della città si fa discreto, meno opulento. Quasi popolare. Ma non è della Giudecca che parlerò in questo post, bensì di una trattoria che racchiude un tutto questo nella sua cucina. Dimenticate i menù in inglese e i camerieri anonimi, i prezzi da capogiro o i broccati. Qui il valore aggiunto è il pesce fresco. E trovare un posto che offra cucina gustosa a prezzi contenuti a Venezia è una soddisfazione che vale doppio.
Tanto per cominciare l’approdo. Bisogna arrivare necessariamente in vaporetto; io l’ho preso comodamente da piazza San Marco. La fermata diretta è, manco a dirlo, la Palanca, ma scendendo alle Zitelle si può fare una passeggiatina lungo il canale ideale a farsi venire l’acquolina in bocca. Subito cade l’occhio sui tavolini all’aperto: sembra di mangiare sull’acqua e la vista sulla città è incantevole. Appena si può è dunque un delitto non scegliere un posto fuori, ma dentro si può apprezzare l’atmosfera allegra. Merito anche del titolare, che sa dosare battute e gentilezze (non è di quelli che fa sentire il cliente uno scemo, la prima missione è sempre mangiare, poi ridere). Nella prima sala, con travi a vista, ho subito individuato gente del posto, tipo operai (il che è sempre un ottimo indizio) in pausa pranzo. Nella saletta piccola, però, più raccolta, si può godere del panorama sul Canale.
La Palanca: il menù
Appena il gestore vi individuerà come nuovi e non ve lo lascerà neppure guardare il menù, ma è saggio mettersi nelle sue mani. In due scatterà subito la proposta di provare l’antipasto di pesce: fatelo, per carità.
Il baccalà mantecato è morbido e saporito, controbilanciato dal gusto pungente delle sarde in saor. Molto fresco il pesce spada con scorza d’arancia. Il tutto innaffiato da un leggero Prosecco della casa. Allora sotto con i primi (la pasta è fatta in casa). Io ho provato le linguine, cotte al dente e non è scontato, con guance di rana pescatrice e carciofi freschi. Poco pomodoro, molto prezzemoli e bocconcini di pesce morbidissimi. Davvero buono.
Fra i secondi, sorprendente le seppie cotte nel loro nero, servite con polenta abbrustolita. Uno dei piatti di pesce cotti migliore che io abbia mai provato.
Infine i dolci, anche questi fatte delle mani sante di casa. Noi ci siamo lanciati nella torta di cioccolato e mandorle: mi ha ricordato la Caprese, davvero una bomba. Ed eccoci alla cassa, dopo il caffé: 70 euro in due, sazi e soddisfatti. A Venezia non è detto.
Ps. leggendo qua e là qualche altro post, come questo, vedo che la Palanca è ottimo anche solo per uno spritz. Non stento a crederlo.
L’indirizzo è Giudecca, 448, Venezia.
Altri link su Venezia
- Dieci cose fa fare a Venezia (se non è la prima volta)
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