Anche se la primavera mi sembra ancora parecchio lontana, almeno da queste parti, inizio a scrivere di giretti domenicali. E, in particolare, di qualche ristorante. Vorrei cominciare da uno che mi piace molto: si trova a Castel del Rio, sulle colline a cavallo tra la Romagna e la Toscana (ma, di fatto, a circa un’ora da Bologna), ‘il Gallo’. Ci sono stata domenica scorsa con alcuni amici di Imola: era la terza volta e le buone impressioni delle precedenti sono state confermate. Il ristorante si trova nella piazza centrale del paese, ma sul retro si affaccia sulla Vallata del Santerno. A proposito, Castel del Rio da queste parti è famoso per almeno quattro motivi: il ponte Alidosi, un esempio ardito di ingegneria civile del Cinquecento, il Palazzo (sempre Alidosi), altro gioiello rinascimentale unico su questa fetta di Appennino e perché qui su è ancora bello fare un tuffo (anche se in teoria non si potrebbe) nel fiume Santerno. Infine, la gastronomia, il paese è famoso per il Marrone Igp (cui viene dedicata una lunga sagra a ottobre) e un quantitativo di feste di paese più o meno mangerecce (dal porcino al cinghiale). Tutte cose che troverete al Gallo.
Torniamo al ristorante. D’antipasto arriva anche calda ficattola (lo so, il nome un po’ preoccupa, è una specie di gnocco fritto… sempre sorprendente la fantasia dei nomi montanari) e crostini inondati di funghi. L’ultima volta era proposto un menù degustazione, in cui campeggiavano lasagnette ai carciofi. Chi era con me, e se ne intende, ha decisamente apprezzato. Io però mi sono buttata su tre pilastri del ristorante. Primo, i ravioli di patate con i funghi porcini. Letteralmente ricoperti di funghi, davvero da non perdere. Come secondo la tagliata, grande classico, con sale e rosmarino, accompagnata – sorpresa – da due fette di polenta: davvero morbida. Ma tenete presente che si possono anche provare piatti più squisitamente romagnoli come agnello e castrato.
Infine, il dolce. Io non sono fissata con le castagne, ma qui è d’obbligo prendere la meringa di marroni: una parte morbida e una friabile, arricchita pure da un marron glacé.
Inoltre, col caffé ti servono anche la piccola pasticceria della casa. Ero in compagnia di un produttore e ammetto di non avere guardato la lista dei vini, ma è ben fornita anche di etichette locali. I prezzi? Nella media, sui 35 euro a testa.
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