All posts filed under: giappone

Cosa vedere ad Hakone

Una montagna-simbolo, una antica strada su cui è ancora possibile camminare all’ombra di altissimi cedri come i viaggiatori di tempi passati, un volo sulla bocca di un vulcano, un onsen bollente. E la lista potrebbe continuare. C’è un luogo in Giappone in cui sembra che si siano concentrate tutte le cose che amo di questo Paese, dai paesaggi estremi, al ramen fumante, ai santuari nella natura: Hakone. L’ho visitata solo nel mio quinto viaggio e mi sono davvero chiesta perché ho aspettato tanto. Ora, scrivere di Giappone con Patrick in giro per casa è sempre un azzardo, ma questa località turistica- soprattutto d’estate lo è molto-, vale il tentativo. Così come una tappa qui  sul confine del Kanto, a meno di cento chilometri di distanza da Tokyo, ma in un’atmosfera lontanissima dalla tentacolare capitale. Ecco qualche motivo per cui vale la pena di inserire questa tappa in un viaggio. 1- La vista (si spera) del monte Fuji E’ la star di ogni viaggio in Giappone. Si cerca di cogliere il profilo della montagna sacra mentre …

Dieci cose da fare a Nagasaki

A volte odio il Giappone. Lo odio perché non è un luogo facile da abbandonare. E talvolta temo di essere finito proprio fuori dal mondo. Forse, quando si va fuori dal mondo si va a finire in Giappone. Will Ferguson, Autostop con Buddha Arrivare a Nagasaki è un po’ come arrivare in capo al mondo. Volare fino in Kyushu mi ha fatto la stessa impressione di quando sono andata in posti ancora più lontani dall’Italia, come la Nuova Zelanda, o molto remoti, come Cape Town. Il motivo non credo stia solo nei tre aerei che abbiamo dovuto prendere da Bologna, è che Nagasaki è di per sé un posto di confine, ai confini del Giappone. Un po’ perché la Corea e il resto dell’Asia sono davvero molto vicine. Un po’ perché già dal finestrino dell’aereo si avvista all’improvviso un paese molto molto diverso da quello sorvolato nei viaggi precedenti: l’arrivo su un paesaggio verdissimo e montagnoso, col cielo gonfio di pioggia, mi ha ricordato il primo approccio con il Laos. E poi c’è la storia …

I templi nella penisola di Kunisaki

In Occidente siamo talmente legati alle immagini delle metropolitane affollate di Tokyo e degli impiegati senza volto da dimenticarci che il Giappone è ancora in gran parte un paese rurale e tradizionale. Certo, le zone selvagge non sono più molte – i confini rimasti sono pochi e preziosi- ma campi e villaggi rivestono ancora un ruolo importante nella società giapponese. E il colore dominante del Giappone, quello che trasuda dal paesaggio e genera infiniti panorami, il colore che è il Giappone stesso, è il verde, un verde scuro, umido e tropicale. E’ vero, nella maggior parte delle città giapponesi non troverete molto verde. Ma neanche molto Giappone. I centri urbani sono affollati e pieni di vita, ma allo stesso tempo rappresentano gli scorci più occidentalizzati e globalizzati della nazione. Non lontano da lì esiste un altro Giappone, lungo le strade di campagna, nelle città di provincia, alle estreme periferie. Will Ferguson, Autostop con Buddha Sono invidiosa. Vorrei averle scritte io queste parole che così bene raccontano il mio ultimo viaggio in Giappone. Un viaggio, il …

Shirakawa go

Quello che amo del Giappone

In questi giorni freddi e bigi mi punge la nostalgia del Giappone. E inizio a capire sempre di più Patrick che proprio dopo il suo terzo viaggio non è più riuscito a smettere di volare verso il Sol Levante. Capisco di più quanto si somigliano, lui e i giapponesi, con la loro gentilezza, discrezione e, a volte, impenetrabilità. E ora anche io sarei pronta a tornare subito, dopo essere stata l’ultima volta (la terza appunto) in ottobre, perché sento che mi mancano tante cose di quel Paese delicato, buffo e rigido allo stesso tempo. Mi è venuto voglia di raccontare questi dettagli, che alla lunga diventano uno stato mentale (per dirla alla Terzani) e al tempo stesso rendono un viaggio in Giappone così speciale e diverso da qualsiasi altro. E’ un post di sensazioni, con qualche dritta. Gli Onsen Questo è il primo pensiero, ma ammetto che l’inverno bolognese me lo serve su un piatto d’argento. Superato l’imbarazzo di lavarsi su uno sgabellino davanti a sconosciute che vi fisseranno – e lo faranno, magari solo …

Giappone con bambini

C’era tantissima curiosità – fra amici, parenti e colleghi – su questo nostro viaggio in Giappone con bambini. Sto parlando di Diego, 3 anni e mezzo, e Alice, 15 mesi, i miei nipotini. Da tempo con mia sorella avevamo immaginato di partire assieme e a un certo punto abbiamo fissato sul calendario una data: ottobre 2016. E così è stato. Anticipo subito che è andata benissimo: i bambini sono stati bravi e adattabili, mentre i genitori sono candidati all’Oscar per la sportività (e sono la dimostrazione che viaggiatori si è nella testa e non conta quanti biglietti aerei si comprano in un anno). Ma ammetto che gli interrogativi all’andata erano tanti. Per me e Patrick dal punto di vista organizzativo: in che tipologia di posti pernottare, come regolarsi fra seggioloni nei ristoranti e pannolini. C’era poi l’incognita dell’alimentazione e anche dell’itinerario, come trovare la quadra fra vedere più cose possibili, senza cambiare continuamente alloggio carichi di armi e bagagli. Su Internet abbiamo recuperato alcune informazioni prima di partire, ma la verità è che solo sul …

Sashimi misto

Tre posticini in cui cenare in Giappone

In Giappone mangiare è musica, e di quella buona. Questo mio terzo viaggio autunnale mi ha regalato le consuete gioie del palato, ma soprattutto qualche nuovo indirizzo da consigliare (e in cui tornare). Sono posti trovati un po’ per caso, di quelli che svoltano una giornata complicata, e altri invece scelti per il nostro numeroso gruppo da amici che ci hanno organizzato una serata speciale. Qui racconto tre ristoranti, tre locali apparentemente molto diversi, ma che spiegano perfettamente cosa significa per me mangiare in Giappone e perché ritengo che il cibo condiviso sia una parte così importante del viaggio. Kyoto – Tsuduri Ero un po’ pensierosa prima di entrare in questa izakaya. Sai che novità, che io fossi pensierosa, potrebbe dire chi mi conosce bene. Ma il punto è che, quando abbiamo varcato la soglia scostando le tradizionali tendine blu, non avevamo idea di chi avremmo incontrato dall’altra parte. Ci aspettavano infatti Makoto e un’amica, due studenti di italiano interessati a fare conversazione con noi dopo averci “conosciuto” in modo virtuale attraverso la guida dei …

Una cena a Yokohama

L’olio sfrigola in cucina e il suono dei fornelli riempe i primi momenti di silenzio, quelli che si dissolvono subito, appena ci si siede a tavola. La mamma di Aya, la nostra amica giapponese che abita a Yokohama, si muove con sicurezza nel piccolo spazio a fianco alla sala da pranzo. E, di tanto in tanto, compare con nuove verdure in tempura: patate dolci, asparagi, funghi, melanzane. Un gambero, come gran finale. Madre e figlia si rammaricano di non avere preparato di più, proprio mentre in tavola arrivano anche soba freddi, da immergere nella salsa. Decisamente non ci sembra che il cibo sia poco, anzi. Tutto è un po’ già visto e tutto è un po’ nuovo in questo mio terzo viaggio in Giappone. L’itinerario è molto tradizionale, perché con me e Patrick ci sono anche mia sorella e mio cognato, i miei due nipotini e una coppia di amici. E, nonostante alcune tappe giù viste, è un viaggio pieno di prime volte, come Kamakura, da cui proveniamo e dove abbiamo lasciato un mare autunnale …

L’isola di Ishigaki in Giappone

C’è un posto speciale che mi viene subito in mente pensando al Giappone. E in queste ore ci penso parecchio visto che il mio primo viaggio, due anni fa, è iniziato proprio a metà gennaio. In realtà il luogo che racconto qui l’ho visitato all’inizio di aprile ed è uno dei più strani che io abbia mai visto. Soprattutto contraddice tutti quei personaggi che, senza avere mai messo piede in Giappone, seppelliscono i suoi abitanti sotto una pioggia di luoghi comuni: sono maniacali, troppo formali, un po’ falsi nella loro gentilezza. Girano vestiti come pazzi, mangiano solo pesce crudo a tutte le ore del giorno. Sono strani. Bene, tutte queste persone dovrebbero farsi un giro a Ishigaki, a sud della prefettura di Okinawa, l’arcipelago delle basi americane e, diciamolo pure, di Kill Bill. Penso che cambierebbero idea. Dov’è Ishigaki e come ci si arriva Nelle isole Yaeyama arriva la compagnia aerea low cost Peach. Gli aerei sono piccoli e un po’ troppo rosa per i miei gusti, ma sono molto nuovi e ci siamo trovati bene. …

Una cena di ostriche a Hiroshima

La barca delle ostriche Otto portate, servite in una stanza tutta per te, in mezzo all’acqua. Del resto stiamo mangiando su una barca e, a dirla tutta, fuori sta anche piovendo parecchio. Ma non è solo l’atmosfera un po’ nostalgica di Hiroshima, o l’idea di essere appena stata servita da una adorabile signora in kimono a rendere questa cena così speciale. Il merito va soprattutto al menù (e, certo, alla persona che è con me e che l’ha scelto): otto portate colorate e raffinate unite da un ingrediente: le ostriche. Serve un passo indietro. Come ho già spiegato in un post precedente, associo molto Hiroshima alla buona cucina. Lo so che questa frase, proprio qui, suona strano. Dico solo che questa città ha due volti: quello ferito, che stringe lo stomaco e toglie le parole, e quello della vita che ricomincia, che scorre come il fiume sotto di noi, illuminato dal bagliore dei ciliegi. Ebbene, fra le caratteristiche culinarie di Hiroshima c’è anche l’altissima qualità delle ostriche (che in giapponese si chiamano kaki), pescate nel …

Una cena a Taketomi

Ci sono un americano, un giapponese e un italiano. Non è l’inizio di una barzelletta, ma il racconto di una sera magica passata a Taketomi, una minuscola isola sperduta nell’oceano Pacifico. Tutto inizia e finisce a tavola, nell’unica taverna che troviamo aperta. Non sono neanche le sette di sera, ma le prime ombre ormai iniziano a scendere dopo che i turisti se ne sono andati con l’ultima barca. Nelle strade, fatte non di asfalto, ma di corallo sbriciolato, cala una luce azzurra che si porta via il caldo della giornata. Sulle nostre biciclette cerchiamo un posto per cenare: nella minshuku che ci ospita non avevamo prenotato in anticipo e così dobbiamo cercare fra quel gruppetto di case basse che forma il paese di Taketomi. Ma, alla fine di marzo, siamo ancora in bassa stagione e il timore è di restare senza pasto. Invece, in questo vivace locale non si fanno problemi: ci mettono a tavola assieme a un signore americano. Impossibile non notarlo: indossa una giacca a vento rossa e assomiglia in maniera incredibile a …