In Toscana a gennaio. Si può
Purtroppo non sempre ci si può scegliere le date delle ferie. E nel mio caso sono capitate in un periodo dell’anno non proprio entusiasmante: gli ultimi giorni di gennaio. Il maltempo in questo periodo dell’anno è chiaramente da mettere in conto, ma io e la mia amica Elena (che non ho mai ufficialmente ringraziato per avermi suggerito il nome PerSorsi, ed era stata la vera molla per iniziare l’avventura, grazie!) avevamo liberi solo i due ‘giorni della merla’ e abbiamo architettato comunque un viaggetto. Dovevamo scegliere la meta secondo due principi di fondo: il fatto di restare in Italia e un budget contenuto (il che escludeva la montagna, in altissima stagione in questo momento). Ma diciamolo, non è facile fare i turisti a gennaio. Non solo per le giornate corte e per il freddo, ma anche perché in certe zone d’Italia musei, agriturismi, B&b e ristoranti si coordinano alla perfezione chiudendo i battenti fino a San Valentino (se non fino a marzo). La soluzione? Le terme. E’ una meta classica, ma sempre magica. E così, complice anche qualche schiarita davvero insperata, ecco un itinerario di grande soddisfazione in Val D’Orcia (e non solo) nonostante il tempo da lupi.
Le terme di Bagno Vignoni
Abbiamo inforcato l’A1 con sospetto: il valico sull’Appennino fra Bologna e Firenze regala sempre atmosfere da Transilvania, ma tutto è andato bene. La destinazione era Bagno Vignoni, posto veramente incantevole. Non cercavo terme troppo “pacchiane”, né troppo “convinte”. Queste sono una buona via di mezzo: con la bella stagione è il massimo perché le vasche si trovano all’esterno in conche naturali, ma anche d’inverno si può accedere alla spa degli alberghi in paese. Il cuore del borgo è una grande vasca di epoca romana da cui si levano tutto il giorno fumi sulfurei: il tutto contornato da un loggiato e stupendi palazzi. Insomma, un luogo pittoresco, anche se non sempre a buon mercato. E così abbiamo dormito nei dintorni, per poi passare il pomeriggio all’Hotel Le Terme. Con 38 euro si può accedere all’area benessere per sei ore (fino alle 19,30): mi pare un prezzo nella media visto che comprende anche il kit con accappatoio, telo e cuffia. Sono terme piccole, rese luminose da molte vetrate, anche se chi si aspetta molte proposte potrebbe restare deluso. Ci sono due vasche, di cui una meravigliosa con acqua a 37 gradi e un’altra un po’ più fredda con idromassaggio. C’è poi una sauna romana, che di fatto è un bagno turco, e una sala relax. Confermo che il relax è assicurato (meglio prenotare visto che gli spazi non sono molto grandi). A me sono piaciute molto.
Un tuffo nel passato: Rocca d’Orcia
Dicevo che se volete contenere il budget forse è meglio non dormire in paese. Nei dintorni ci sono Montalcino, San Quirico d’Orcia, Castiglione d’Orcia e (ma in questo periodo molti sono chiusi o propongono riscaldamento a consumo) stupendi agriturismi. La Mecca del Brunello merita un capitolo a parte, ma io consiglio caldamente di sostare a Rocca d’Orcia. E’ un paese minuscolo che sembra sorvegliare dall’alto Bagno Vignoni. C’è anche una parte moderna, ma il borghetto, con case interamente in pietra, è da favola. In questo periodo (ah, ci sono ricascata) sono chiusi sia i due ristoranti che l’enoteca, ma vale comunque la pena dormire qui per il senso di pace e di isolamento. Io consiglio La Rocchettina: appartamento all’interno di una rocca in sasso semplicemente meravigliosa.
La cura nel restauro e la gentilezza della proprietaria meritano il viaggio e anche il prezzo è molto interessante: 80 euro (ci sono tre posti letto) a notte, con anche tutto l’occorrente per una colazione semplice. Servizio impeccabile. Davvero bello e ancora non troppo conosciuto (si affidano anche al passaparola, ma su qualche sito come Booking potete trovarla). Consiglio di passeggiare con calma in paese e di visitare anche il vicino (e più grande) San Quirico d’Orcia. Avevo accennato a Montalcino. Il paese, circondato da mura come un gioiello e incastonato nelle colline, è suggestivo e troverete molti negozi per acquistare o degustare Brunello. In questo post però vorrei soffermarmi su tappe low cost e consiglio un posto adatto a una cena dall’ottimo rapporto qualità prezzo. Siamo all’Osteria di Porta al Cassero, che ho trovato frequentato da gente del posto. Antipasto con crostini toscani e poi sotto con i tipici pinci: buonissimi quelli all’aglione, ma da provare anche quelli con briciole di pane. Meno convincente il dolce, ma in generale siamo uscite molto soddisfatte con 39 euro (vino compreso).
Di cantina in cantina
In questo fazzoletto di Toscana sarebbe davvero un delitto non degustare un buon Brunello in una delle tante aziende vinicole del comprensorio. Ma non è che sia sempre tanto facile: tranne alcune molto blasonate che propongono siti internet dettagliati, moltissime vanno chiamate per prendere un appuntamento (alcune, a rieccoci, sono chiuse per lavori di manutenzione in questo periodo). Se non volete vagare troppo o attaccarvi al telefono (che per altro su queste curve prende relativamente), fate una tappa all’azienda Fanti, fra Montalcino e Sant’Antimo (che qui è anche denominazione per il vino). Primo perché (per quanto anche qui gradiscano essere avvisati prima, ovvio), avrete comunque modo di fare una visita alla cantina e una degustazione (gratuita) di tutta la gamma dei vini e di olio. Il Rosso di Montalcino è particolarmente profumato ed equilibrato, ma ho trovato ottimo anche il Brunello (annata 2009), dai sentori balsamici. Interessante il prezzo (28 euro, 10 euro il Rosso).
Il secondo motivo per passare in questa cantina? Che si trova a due curve dalla suggestiva abbazia di Sant’Antimo. Immersa nel verde, il chiarore della pietra è abbagliante, in contrasto con l’interno della chiesa: spoglio e in penombra. In teoria siamo arrivate alle 12.45 per i canti gregoriani, però non li abbiamo trovati. Almeno in chiesa, ma se si prosegue si raggiunge la comunità di monaci. Un luogo di pace e spiritualità (ecco, devo dire che almeno a gennaio non c’era la consueta invasione di pullman…): un vero tesoro che attende sulla Francigena.
Fra Cortona e Arezzo
Poi abbiamo proseguito verso Est, risalendo fino a Cortona. All’inizio eravamo indecise se andare direttamente in Umbria, invece ci siamo dirette verso questa cittadina gioiello. Prima delle mura, a fare da sentinella è la stupenda chiesa di Santa Maria Nuova: per i fan di Jovanotti, Lorenzo si è sposato qui (del resto, vive nei dintorni). Il pezzo forte è la piazza, ma anche la camminata lungo le stradine che portando in cima, alla chiesa di Santa Margherita (ci vuole fiato però!). Per gli amanti dello shopping, ci sono negozi di artigianato davvero belli (ad esempio pelli o ceramiche), ma ahimé non rientrano nella categoria low cost che anima questo post. Stupendo, comunque, il negozio di antiquariato all’ingresso del paese: c’era anche un biliardino degli anni Trenta perfettamente funzionante. La favola costa 2.300 euro. Tornando all’aspetto artistico, come spesso mi è capitato in questi borghi deliziosi, passeggiando in tanta bellezza resto sconcertata dalla perfezione di queste case che sembrano tristemente chiuse. Vuote? Comprate da ricchi stranieri? Seconde, terze case? Chissà: certo è che se se non si riesce a incentivare giovani a vivere in luoghi storici come questi o a portarci qualche negozio in più, sono paesi che rischiano di restare musei a cielo aperto. Ma pur sempre vedere e non toccare. Al di là di questa breve riflessione, consiglio una sosta all’enoteca Cacio Brillo, dietro la piazza. Luogo simpatico, saporite bruschette, ottimo Nobile di Montepulciano. Ah, la Toscana.
Per quanto fossimo in cerca di relax, forse a Cortona forse ce n’era pure troppo e così abbiamo preso l’auto per gli ultimi 25 chilometri: destinazione Arezzo. Improvvisare si può: abbiamo prenotato il B&b Garden a cinque minuti dal nostro arrivo sul posto. La scelta si è per altro rivelata ottima (63 euro la doppia con bagno in camera, ampio terrazzo e premurosa colazione), anche se si trova fuori dal centro e quindi senza macchina bisogna camminare un po’.
Il primo impatto con Arezzo è stato entusiasmante. Corso Italia, la via in salita che taglia il centro, era piena di giovani (era sabato sera). Ho respirato grande vivacità, in particolare nelle piazze vocianti al momento dell’aperitivo. Piazza Grande, per chi non la ricordasse nel film la ‘Vita è bella’ (a proposito è possibile fare un mini tour Benigni nei punti chiave in cui è stato girato il film), è davvero unica: la pendenza, l’unione degli stili e la chiesa che sembra “girata” la rendono speciale. Ed ecco qui, giro finito. Ma divertirsi, mangiare bene e vedere gioielli tutti italiani si può anche in due giorni. Anche a gennaio.
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