Che ci crediate o no, uno dei motivi per cui avevo voglia di visitare la California erano i vini. Non sono impazzita, volevo semplicemente scoprire una nuova zona vinicola fuori dai confini europei e qui le cantine non mancano di certo: da Sutter Creek a Santa Barbara (quella del film Sideways), passando per la blasonata Napa Valley, abbiamo cercato di farci un’idea.
Già, quale? Cosa ripondo ora a chi dice che il vino californiano non è buono, che le cantine sembrano boutique e che costa tutto tantissimo? Non la farei così semplice e penso che se si ama il vino, se si ama l’idea che racconti un mondo a suon di tannini, profumi e sfumature di colore, allora lo si ama anche qui. Si ama l’entusiasmo di chi vi servirà nelle sale di degustazione. Si ama il fatto di trovarsi in cantine piene di gente, di amici, di famiglie, di coppie, con tanto di proposta di matrimonio. Si ama che le aziende siano belle, a volte pacchiane sì, ma così curate da ospitare un museo all’interno. Il vino e il bello, insomma, vanno a braccetto.
Un po’ si odia che tutto costi tanto, che certi Cabernet Sauvignon in Italia li pagheremmo 7 euro e a Napa 40 (ma pure molto di più). Troppo Chardonnay legnoso, troppo lusso. Troppo merchandising, per quanto certi cavatappi siano fantastici. Ma il vino racconta gli uomini e quindi va bene così: si beve, si dividono le degustazioni in due per risparmiare un po’ e si torna a casa con una lezione in tasca. Che i nostri vitigni, la nostra varietà e artigianalità gli americani se li sognano, ma che loro i sogni li sanno coltivare. E valorizzare. In Italia, ogni tanto, se ti presenti da un produttore sembra che gli dai fastidio. Poi è ovvio che in pochi si possono permettere personale dedicato a ricevere e magari il suddetto produttore stava lavorando duramente in cantina quando gli sei piombato lì all’improvviso, ma un cambio di mentalità farebbe bene a molti.
Le zone vinicole della California
Finito lo spiegotto, ecco che si beve e come si beve in California. Noi, con pochi giorni a disposizione, abbiamo visitato la North Coast, che comprende la Napa Valley e Sonoma County (oltre che Mendocino County, Lake County e Mari&Solano County). In queste zone i vitigni più diffusi sono Chardonnay, Cabernet Sauvignon e Pinot nero. E poi troviamo lo Zinfandel, un autoctono (che però sarebbe il nostro primitivo).
In seguito, scendendo da San Francisco verso Los Angeles, abbiamo toccato anche la Central Coast a Santa Barbara, con la sua atmosfera messicana. I vitigni principali sono gli stessi, ma compare anche il Riesling. A sud ci sarebbe anche la Southern California Region, nella zona di San Diego, ma non ci siamo spinti fin qui, dove il clima è molto più caldo. In compenso, ai piedi della Sierra Nevada abbiamo attraversato la zona Sierra Foothills, in piena atmosfera della corsa all’oro. Qui troviamo molto Zinfandel, ma anche Sauvignon blanc, Syrah, Merlot e Barbera.
Come si degusta in California
Se siete interessati alla degustazione vera e propria più che alla visita della cantina, non avrete problemi. Gli assaggi si possono fare praticamente tutti i giorni (tranne quelli indicati sui siti delle singole aziende), in un orario compreso circa dalle 10 alle 17 d’inverno (e le 18 d’estate, comunque va sempre controllato, c’è anche chi chiude alle 16). In alcuni casi, a Napa per esempio, alcune cantine hanno un wine bar in città aperto anche la sera: è comunque un buon modo per fare assaggi se non si ha troppo tempo, anche perché le aziende si trovano sparse nella campagna circostante o sulla strada che taglia la valle. Quella più panoramica è il Silverado Trail, che corre parallelo alla Highway 29, più trafficata. Le colline sono molto belle, mi hanno ricordato vagamente le nostre Langhe, se non fosse per i caratteristici ‘mulini’ a vento delle fattorie americane e l’assenza delle Alpi all’orizzonte. In molti noleggiano la bici, oppure ci sono anche tour con un treno dal gusto vintage.
Altra regola generale: le degustazioni si pagano sempre, con prezzi viariabili (più cari in Napa Valley, meno nelle altre zone). Almeno una decina di dollari vanno messi in conto per una selezione di vini, ma spesso anche 20-30 (fino al doppio per le riserve). La buona notizia, però, è che si possono sempre dividere fra due persone e spesso vi faranno fare anche assaggi extra per apprezzare le differenze. A volte il prezzo viene poi scalato nel caso in cui compriate una bottiglia.
Per quanto riguarda la visita della cantina, varia da azienda ad azienda, anche nel prezzo. A volte è proposto in alcuni tour in determinati orari, in altri casi è meglio prendere accordi prima. Vi faccio un esempio: da Beringer (in Napa Valley, cantina assolutamente consigliata) ci sono stati proposti due tour una volta arrivati sul posto. Uno, di un’ora a 55 dollari, comprendeva cinque assaggi di vino, abbinati al cibo. Un’altro, di mezz’ora a 30 dollari, comprendeva la visita alle cantine. Noi invece abbiamo optato per la degustazione di riserve: 40 dollari per tre vini (lo abbiamo condiviso, comunque un salasso).
Altra cosa: nel mio racconto faccio riferimento alle visite individuali, con la propria auto. Sul posto, negli uffici del turismo o in alberghi e motel troverete brochure e tanti possibili tour guidati (perfino quello in mongolfiera, napavalleyballoons.com): pagando si fa un po’ tutto.
Una curiosità sul vino in California. In molte cantine ci hanno raccontato che il film Sideways ha influenzato i consumi locali. C’è stata una vera impennata per quanto riguarda il Pinot Nero, mentre per anni è calato il Merlot (a un certo punto il protagonista Miles grida: “I am NOT drinking any f****** merlot!”). Non ci credete? Leggete qui.
Le cantine di Sutter Creek
Una chicca prima di lanciarsi nel mondo luccicante di Napa Valley. Questa cittadina molto graziosa, dall’atmosfera tradizionale, si trova nel cuore della Sierra Foothills, in particolare nella Amador County. Varrebbe la pena comunque passare di qui per cogliere l’atmosfera del posto, un po’ turistico, ma piacevole con le sue case originali di mattoni o legno. Non avevamo troppo tempo a disposizione, essendo diretti a Napa, ma abbiamo comunque visitato due cantine interessanti. Qui trovate un elenco con anche un po’ di informazioni sugli orari.
- Bella Grace. Un bell’indirizzo di nome e di fatto, consigliato dai sempre affidabili Paola e Gianni, all’interno di una meravigliosa casa circondata da un giardino. Il proprietario, dopo una vita di lavoro in un altro settore, una decina di anni fa ha deciso di lanciarsi in questa nuova attività. I risultati sono interessanti per il Grenache noir 2014 e la Barbera riserva (sempre 2014), con tannini soft. Il mio preferito è però il Primitivo, con sentori di cannella e 22 mesi in botti di rovere (38 dollari). Il personale è molto gentile e ci ha fatto assaggiare anche l’olio extravergine d’oliva, davvero buono.
- Feist. Ecco un’altra azienda giovane, ha solo sei anni, ma interessante. Intanto è molto bella la location in città, in un vecchi saloon dei tempi della corsa all’oro (lo stesso complesso ospitava un bordello) e poi si può anche assaggiare qualche formaggio durante la degustazione. Tutti i rossi erano piuttosto convincenti, fra i quali lo Zinfandel 2016 e il Noble Ranch, Cabernet Sauvignon e Cabernet Franc. Nei bianchi, molto profumato il Sauvignon blanc.
Napa Valley
Eccoci nel cuore della produzione vinicola californiana, nella zona, con i suoi pro e i suoi contro, più significativa. Qui troverete, ad esempio, Mondavi, una cantina simbolo fondata da Robert Mondavi, figlio di immigrati marchigiani e morto nel 2008. Quest’azienda è stata la prima a produrre vini che potessero competere a livello internazionale e ha di fatto influenzato la produzione californiana. Il celebre Opus One nasce qui, a un’ora e mezza da San Francisco. Se avete visto l’importante documentario di Nossiter Mondovino (2004), forse avete già sentito parlare di tutto questo.
Del Colorado Trail ho già detto sopra, ma posso aggiungere che sono diverse le località che si possono visitare in Napa Valley. A partire da Napa, cittadina in realtà più simile a un outlet che a un paese (noi abbiamo dormito qui, nel conveniente Motel). La più carina mi è parsa St. Helena, ma se vi spingete fino a Calistoga, c’è ad esempio il suggestivo Castello di Amorosa, in cui fare degustazioni in atmosfera medievale. (Il senso del tempo qui è relativo: c’è pure una cantina con tanto di colonne stile persiano: ognuno fa un po’ quello gli pare). Vi elencherò dei prezzi che vi faranno sobbalzare sulla sedia, avviso.
- In città abbiamo provato due aziende. La prima, che noterete anche dalla strada per gli stupendi dettagli art déco e il caminetto di design nella tasting room, è forse quella che mi ha convinto un po’ meno. Si chiama Capp Heritage e la famiglia è originaria di Campobasso: nel 1845 i discendenti arrivarono a Napa in piena corsa all’oro. Oggi è un delle cantine con più storia alle spalle. Il vino più interessante mi è sembrato il Malbec rosè 2015: da provare con un bel Bbq. Mooolto fresco il Sauvignon blanc. La degustazione di sei vini è costata 20 dollari. Servizio più freddo, ma cordiale e bicchieri sempre cambiati dopo gli assaggi.
- Sempre sulla stessa strada c’è anche la sala degustazione di John Anthony (tre vini per 25 dollari e un nome che ricorda Candy Candy), in cui provare un calice di bollicine locali. Ad esempio, La Dame Michele Blanc de blancs, da Chardonnay. Nei miei appunti c’è scritto: “Un pelo più secco non guastava, ma bello fruttato e sentori di pane”. Ma siete pronti a spenderci 55 dollari? Buono il Cabernet 2015, in “stile tradizionale”, di buona beva, con un finale un po’ affumicato. Ma occhio al prezzo: 75 dollari. E’ la Napa, bellezza.
Ps. ambiente elegante con un servizio piacevole.
Questo la prima sera a Napa, dove ci sono tantissimi ristoranti, ma sempre cari. Noi abbiamo optato per un frequentato messicano, senza infamia senza lode. In generale, se ve lo potete permettere e non avete esagerato troppo per guidare, dormite in qualche guesthouse in collina.
- Il giorno dopo alle 10 eravamo già in macchina diretti alla cantina Beringer (fondata nel 1876, dei tour avevo scritto sopra), in una bellissima tenuta in cui spicca l’edificio in stile neogotico della foto sotto. Fra camini, legno e vetrate d’epoca ci si sente un po’ in un museo. Noi abbiamo assaggiato il Merlot 2013, dal naso intenso di liquirizia e frutti blu; il Cabernet Sauvignon 2013, che riposa 17 mesi in botte di rovere francese, di maggior corpo, e il Cabernet Sauvignon 2014, meno austero e vivace. Servizio davvero gradevole.
- Abbiamo terminato il giro in Napa in un luogo bellissimo (la mia tappa preferita, lo ammetto), la cantina Hess (fondata nel 1978), in cima a una collina. La cosa più particolare è che all’interno dell’azienda è ospitato un vero e proprio museo di arte contemporanea, su più piani. Fra gli artisti ci sono dei Francis Bacon, Gerhard Richter e Frank Stella, giusto per dare un’idea, e mi è piaciuto moltissimo che ogni tanto, sulla parete al posto di una tela, c’è un vetro che permette al visitatore di vedere uno spaccato sulla cantina. E’ stata una grande emozione. Passando ai vini, tutti molto piacevoli, segnalo lo Zinfandel Artezin (ne abbiamo comprato una bottiglia) e il Cabernet Sauvignon 2014, 18 mesi in botti americane, con un buon tannino. La degustazione di quattro vini base (ma poi ci hanno fatto sentire pure il super top della casa Lion, da 185 dollari) costa 25 dollari. Personale gentilissimo e museo gratuito (almeno quello!).
Giusto per terminare, anche in questa zona, come a Sonoma, purtroppo abbiamo visto i segni dei terribili incendi dello scorso settembre. Come abbiamo letto sui giornali a dicembre, molte aziende sono state costrette a chiudere o comunque si sono trovate in grandi difficoltà. Ci hanno raccontato di giorni e giorni di paura e senso di impotenza, in cui non si potevano neppure aprire le finestre per il fumo densissimo. Se queste sono notizie terribili, va detto che mi resteranno nel cuore i tanti cartelli che abbiamo visto lungo la strada in cui la popolazione ringraziava gli infaticabili vigili del fuoco. Il mio pensiero, ancora oggi, va a tutti loro.
Degustazioni a Sonoma County
Anche se abbiamo attraversato questi luoghi d’inverno, abbiamo capito subito che Sonoma ha qualcosa in più. Qualcosa di più magico, di più selvaggio che si avverte mentre la strada si snoda nel bosco. Non è un dettaglio da poco, perché proprio qui scelse di vivere Jack London, un mio mito assoluto dell’adolescenza. Si può visitare la sua casa, a Glenn Allen, e il Jack London State Historic Park, in cui immergersi per qualche ora nella vita dello scrittore. Per quanto riguarda la cittadina, ha preservato l’atmosfera messicana: è più carina di Napa, ma molto turistica. I negozi che si affacciano sulla piazza più grande della California (Sonoma Plaza), sono i più disparati, ma comunque piuttosto (strano, eh) costosi: anche l’ottimo panino nella Sonoma cheese factory sarà un piccolo salasso, ma farete il giusto ‘fondo’.
In compenso il vino e le degustazioni costano mediamente meno che a Napa. In questa zona abbiamo visitato due aziende, giusto in tempo prima di raggiungere San Francisco. Allora, io non so dire se è perché era un sabato pomeriggio o perché l’atmosfera natalizia rendeva elettrica l’aria, ma le cantine erano incredibilmente frequentate e con gente particolarmente allegra. Magari i cappellini rossi del personale e i maglioni con la renna possono essere un po’ kitsch, ma il calore e l’atmosfera gioiosa mi hanno completamente conquistata.
- Non perdetevi la bellissima Benziger. Il sottotitolo è Family Winery e la storia della famiglia vi sarà raccontata da pannelli fotografici all’ingresso. La data di partenza è il 1973, quando Mike e Mary Benziger, appena sposati, si stabilirono in California. Oggi l’azienda è molto grande, biologica e biodinamica, e tutti i giorni si può anche prendere parte a tour in trenino fra le vigne. Noi non avevamo molto tempo e abbiamo optato per la degustazione con un personale davvero simpatico e festaiolo, che ci ha raccontato come la cantina si trovi in una specie di caldera e come il suolo, di conseguenza, sia in parte vulcanico. Fra i vini, interessante il Sauvignon Blanc, sempre molto fresco, e il De Cielo Quintus Pinot Nero 2014: un vino premiato molto vellutato, con sentori di melograno e ciliegia. La degustazione da cinque vini costa 25 dollari, ma come sempre ne abbiamo poi assaggiati di più.
- Bellissima atmosfera da Cline, di cui ricorderò anche i salici piangenti sul laghetto (sono sempre posti un po’ da favola). Di tutte le degustazioni questa è stata la più generosa: dieci dollari per cinque calici, ma poi fioccavano gli assaggi in più. Una curiosità: propongono anche due vini in anfora, un blend bianco e uno rosso, anche se ancora va trovata un po’ la mano. Segnalo il Mourvèdre, che in pochi in zona fanno e che qui viene raccolta da una vigna antica e vinificata anche in versione rosè. Niente male anche il Live Oak Zinfandel, da abbinare alle costoline. E chi è stato da queste parti sa quanto sono buone.
Le cantine di Santa Barbara
Ed eccoci arrivati all’ultima zona testata, pochi chilometri a nord di Los Angeles, dove in molti potranno riconoscere le scene del film Sideways. Noi ci siamo arrivati da San Luis Obispo, vivace cittadina universitaria in cui abbiamo fatto tappa viaggiando da San Francisco e, dopo la parentesi danese di Solvang, abbiamo ritrovato l’atmosfera messicana e un sole caldo (siamo stati per la prima volta senza giacca in dicembre). E, finalmente, mi sono riconciliata con lo Chardonnay che fino a qui mi aveva dato parecchi dolori. Le due degustazioni, per cinque o sei vini, sono costate 12 dollari.
- Santa Barbara Winery. Quanto mi piace questo indirizzo e che gentilezza! Fondata nel 1962, in questa contea è l’azienda più longeva e in alcune zone, come quelle più fresche di Santa Rita Hills, si produce anche un buon Pinot Nero, fresco, floreale, con un tannino soft. Lo Chardonnay è il migliore provato in California; ma, popolo dei bianchi, non potrete gioire allo stesso modo con il Sauvignon. Buono invece il ‘Cab’ della casa, che cresce nell’Happy Canyon, una zona più calda.
- Oreana Winery. Proprio davanti alla precedente, è un altro indirizzo simpatico, di cui vi colpiranno le variopinte etichette. Non male lo Zinfandel rosè, con un breve passaggio sulle bucce, e lo Chardonnay stile Chablis senza passaggi in legno (miracolo!). Nel mio quadernetto spicca il Merlot 2010 (la rivincita su Sideways): stile francesce, rovere ungherese, sentori di menta, liquirizia e bel tannino. Simpatico il Syrah, che qui abbinano… agli orsi nei boschi!
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