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Cosa fare a Tel Aviv

Alla prima visita si è accesa la scintilla. Alla seconda è scoppiato l’amore. Mi sbilancio: Tel Aviv è definitivamente una delle mie città preferite. I motivi sono tantissimi e provo a elencarli in questo post attraverso una carrellata di cose da fare, ma in generale mi piace l’atmosfera che sprigiona questo angolo di Medio Oriente, che potrebbe essere su questa sponda del Mediterraneo come un po’ dappertutto nel mondo. Mi spiego meglio. A Tel Aviv sono tanti gli echi di posti già visti, ma qui gli ingredienti sono mescolati in modo originale e unico. Una miscela frizzante, anche se non completamente ‘leggera’ (vi capiterà in spiaggia di incontrare un ragazzo che sta staccando dal servizio militare provvisto di armi e le tensioni ogni tanto si riaffacciano), che si trova solo in questa città. Sulla spiaggia dove la gente corre e fa kite surf. Nei locali vivaci e un po’ underground, fra le linee severe delle case bauhaus, bevendo un succo di melograno in un suq. Ma la cosa più bella (oltre i negozi d’abbigliamento, lo confesso) sono le persone, una galleria di ritratti dal mondo. Si è circondati da ragazze con i capelli rossi che rimandano all’Est della nostra Europa, quanto da visi che sanno di Oriente. Gli ebrei, del resto, vivevano un po’ dappertutto e il puzzle si è ricomposto qui, sulle sponde di un mare che ci bagna tutti.

1)Prendervi tempo per una bella colazione

Parto dall’inizio, in tutti i sensi. Nella maggior parte dell’anno il clima mite di Tel Aviv permette di fare colazione all’aperto e anche solo osservare il passaggio di persone diversissime fra loro, dai giovani un po’ alternativi alla sagoma nera e scattosa di un ebreo ortodosso, sarà divertente. Il primo posto che consiglio è Benedict, un luogo aperto a tutte le ore del giorno e della notte, specializzato in colazioni. Sono tantissime, da quelle tradizionali (compresa la shakshuka, con pomodoro, cipolle e spezie e uova, ovviamente) a quelle internazionali, stile english breakfast. Io personalmente mi sono lanciata sui pancakes, una delle specialità: buonissimi quelli con i mirtilli, ma la pila è più alta di un vocabolario di greco, quindi regolatevi! Bella la posizione, in una delle case storiche della città, su Rothschild Boulevard. Per due colazioni da giurare di non voler mangiare mai più (il pane, burro e marmellata sono compresi nel servizio) spenderete circa 35 euro.

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Sono tornata per la seconda volta anche al Caffè Bialik, che la sera ospita musica dal vivo, ma già al mattino prepara piatti appetitosi. Io ho provato il french toast con panna fresca e mele caramellate alla cannella e, in precedenza, yogurt, muesli e frutta fresca. Patrick si lancia sempre sul salato della tradizione, che qui comprende olive, formaggio tipo feta e pomodori. Il locale si trova a un passo dal vivace quartiere yemenita. Sui prezzi siamo un po’ più bassi del Benedict.

2. Visitare le case bauhaus

La camminata a piedi organizzata dal comune è consigliabile anche solo per due motivi: la prima che è gratis, basta trovarsi alle 11 (in quella del sabato che abbiamo fatto noi) su Rothschild Bv e poi si segue la guida che parla inglese per le strade di Tel Aviv. Ho già spiegato anche la seconda ragione: la visita è l’ideale per ottimizzare il tempo durante lo shabbat, quando quasi tutti i negozi e alcuni locali sono chiusi. La nostra visita è durata circa un’ora e mezza e la guida ci ha raccontato molto della storia della città attraverso le sue abitazioni. In più il walking tour offre un’ottima prima panoramica di Tel Aviv, con i suoi viali alberati, i caffè, la gente che va in bici.

Ah, che cos’è lo stile bauhaus? Il riferimento è all’archittettura della Germania di inizio Novecento: le case sono costruite su un principio di  razionalismo e il funzionalismo. In una di queste abitazioni, un tempo una banca, è nato lo stato di Israele, nel 1948.

Sabato mattina d’inverno a #telaviv #israel #israele #picoftheday #travelpic

Una foto pubblicata da letizia 🍙🍣✈🍷 (@letidzia) in data:

3. In bicicletta fino a Jaffa

E’ il nucleo più antico di Tel Aviv, il porto musulmano esistente prima della graduale fondazione della città in seguito alle migrazioni verso Israele. Impossibile non vedere Jaffa (o Yafo) dalla spiaggia: è il promontorio in fondo, dove si stagliano un campanile e un minareto. E dove il cielo si infiamma al tramonto. Si può arrivare in due modi: o con una bella passeggiata a piedi sul lungomare, magari fermandovi in uno dei bar affacciati sulla spiaggia, o in bicicletta. Noi abbiamo provato anche questa soluzione, prendendo una delle bici verdi che si possono lasciare in altre postazioni della città.

(Apro una parentesi: state attenti quando la chiudete al momento di riconsegnarla, perché per una delle nostre bici non si è fermato il minutaggio e avremmo pagato 80 euro due ore se non avessimo mandato plurime mail di protesta. Insomma, controllate di non ricevere strani sms di allarme).


Il porto è sempre molto animato, soprattutto durante lo shabbat, ma è interessante passeggiare per le viuzze e nel mercato delle pulci. Ultima cosa: i miei amici di Tel Aviv consigliano Jaffa anche per l’hummus!

4) Andare in spiaggia

Visto che l’ho citata,  ne approfitto: a Tel Aviv si può stare in spiaggia tranquillamente fino alla fine di ottobre. L’acqua è calda e basta rispettare le zone segnalate per fare il bagno. Attorno a voi sarà tutto un volteggiare di vele e tavole da surf: gli israeliani sembrano sempre bravissimi in ogni sport. Ma attorno a voi ci saranno anche tanti ragazzi che semplicemente leggono e prendono il sole o famiglie: è una bella esperienza, che consiglio totalmente. Le spiagge sono attrezzate e potete anche fare tappa in uno dei tanti localini per un aperitivo o un pranzo.

Questa è la spiaggia a metà dicembre, ma non deve ingannare: si fa il bagno fino alla fine di ottobre

Questa è la spiaggia a metà dicembre, ma non deve ingannare: si fa il bagno fino alla fine di ottobre

5) Passeggiare per Neve Tzedek

E’ uno dei quartieri più antichi della città e forse uno dei più radical chic. Mi è piaciuto molto camminare fra queste stradine e case originali, con negozi e botteghe ancora più originali. Anche qui non mancano i caffè, fra i quali uno bellissimo, sotto un enorme albero. Un consiglio: se volete andare a Jaffa a piedi, potreste anche passare da qui e poi fare l’ultimo tratto sul lungomare.

6) Visitare il Carmel Market

I mercati sono sempre la pancia delle città, ne raccontano i colori, gli odori e, ovviamente, i cibi. In questa sorta di suq troverete questa narrazione, che consiglio soprattutto agli amanti delle bancarelle mediorentali. Cosa potete trovare: dai vestiti alla frutta e verdura. Noi in particolare abbiamo comprato spezie e provato il delizioso succo di melograno, un must da queste parti (l’ho ritrovato anche in Giordania). I venditori hanno l’apposito apparecchio per spremere questi splendidi frutti: per qualche nis vi porterete via un bel bicchiere o i singoli chicchi da mangiare con un cucchiaino.

Nel mercato

Nel mercato

7) Il Tel Aviv Museum of Art

Vale la pena di arrivare fino a questo museo molto moderno perché ci si fa un’idea anche di una zona della città più nuova e forse anche grintosa. La strada sale leggermente fra belle case praticamente nascoste da fitti alberi, per poi incrociare strade trafficate e grattacieli. Il biglietto d’ingresso non è molto economico (ma nulla in questa città lo è): 50 nis, ma lo spazio è davvero enorme e potrete scegliere fra le sale più classiche, fra impressionisti e simbolisti (c’è anche qualche stupendo Chagall), esposizioni temporanee e arte più contemporanea. Chiude alle 18.

L'esterno del museo

L’esterno del museo

8) Mangiare, mangiare, mangiare

Sulla scia dell’entusiasmo, al ritorno dal primo viaggio avevo scritto questo post, per magnificare questi posti in cui mangiare bene (anzi benissimo) era possibile anche a prezzi ragionevoli. Quello che posso aggiungere ora è che confermo tutto quello che ho scritto su questi locali, aggiungendone però un altro, Orna & Ella in una zona (Sheinkin Street) anche molto carina se avete voglia di fare un po’ di shopping.

Noi siamo finiti qui perché era uno dei pochi aperti oltre il tramonto il venerdì sera (ebbene sì, anche se siamo lontani anni luce da Gerusalemme, pure a Tel Aviv è pur sempre shabbat e, ad esempio, si fermano treni e autobus) e siamo usciti molto soddisfatti. A parte che è il paradiso di vegani e vegetariani, il locale è sobrio, ma carino, e il giovane personale è davvero gentile. Il nostro cameriere ci ha chiesto da dove venissimo e ci ha fatto assaggiare come extra la specialità della casa anche se non l’avevamo ordinata. Per una cena con calice di vino abbiamo speso circa 35 euro a testa, più la mancia. Bella atmosfera.

Questo è un hummus mangiato in un bar sul lungomare

Questo è un hummus mangiato in un bar sul lungomare

9) La sera nel quartiere yemenita

Restiamo in zona mercato. Il quartiere yemenita è uno dei punti della città che preferisco per l’animazione serale e, non a caso, anche di venerdì sera molti locali sono aperti e pieni di giovani. In più a piedi da qui si arriva quasi dappertutto. Noi abbiamo scelto in questo intrico di viuzze piene di murales e alberi, il comodissimo alberghetto Galileo Hotel. Per tante ragioni: è ottimo il rapporto qualità/prezzo: anche se la pulizia non è sempre ineccepibile e le stanze sono piccoline, lo stile autentico, dalle scale di legno alla moquette rossa, mi sta molto simpatico (così come il personale).

In più costa meno della maggior parte delle sistemazioni nella cara Tel Aviv: 75 euro per un doppia con bagno, aria condizionata e wifi qui sono un prezzo davvero ragionevole. E poi adoro il bar che c’è proprio sotto l’hotel (Norman bar), anche questo aperto tutte le sere e specializzato in birre belghe: è piccolissimo, intimo e con musica fantastica. Una tappa imperdibile in città.

Il quartiere yemenita

Il quartiere yemenita

10).  Fare un’escursione in giornata

Tel Aviv è perfettamente collegata con tutto il resto del Paese (e dista circa mezz’ora di taxi dall’aeroporto Ben Gurion) e si presta bene a essere una base logistica da cui spostarsi.

Insomma, in un’ora e mezza di pullman, ad esempio, si può raggiungere Gerusalemme, mentre in un’ora di auto (o treno) si è già ad Haifa, una città famosa per la sua università, i giardini addossati alla collina e particolarmente ricca di commistioni culturali. Per capire, un intero quartiere è abitato da arabi cristiani. Se avete poco tempo, basta assolutamente una giornata per vedere le cose più interessanti e rientrare.

Per Gerusalemme invece… dormiteci! State più giorni in questa città che entra sottopelle e non vi lascerà più.

Haifa, Israel

Una foto pubblicata da Patrick Colgan (@colgan78) in data:

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