Spesso mi fanno una domanda sulla Grecia: che isola consigli? E’ sempre difficile rispondere, perché nonostante tanti aspetti si ripetano, ognuna ha una sua particolarità. E lo stesso vale per le destinazioni nella parte continentale del Paese. Poi ho i miei angoli preferiti, ma è anche vero che in vacanza non cerchiamo tutti le stesse cose. Anzi.
E così, di ritorno dal mio sesto viaggio, mi è venuto in mente di fare un test semi-serio (più che altro semi, e scemo forse) su come aiutarvi a scegliere il posto giusto per voi in Grecia. Della serie, dimmi chi sei e ti dirò quale traghetto prendere. Ovviamente si fa un po’ per giocare, in una sera di agosto in una Bologna deserta: poi chissà magari ci salta fuori pure qualche dritta utile. Se poi volete una panoramica vera (e un ventaglio molto più ampio) vi rimando al prezioso sito Grecia Mia.
1) I dinamici: Amorgos
Confesso subito che questa è la mia isola preferita, e non solo nelle Cicladi. Ma Amorgos, oltre a essere bellissima- tanto per il paesaggio brullo e montagnoso, per i villaggi tradizionali, che per il mare di un azzurro intensissimo – non è adatta ai sedentari. Intanto perché anche arrivare richiede un piccolo sforzo: è una delle isole più orientali dell’arcipelago, non ci sono areoporti e da Atene vanno messe in conto almeno 4 ore di aliscafo. E poi perché, oltre le spiagge – la più bella è Agios Pavlos- non mancano le attività all’aria aperta. Amorgos è molto amata dai camminatori, per la sua fitta rete di sentieri che attraversano boschi, muretti a secco e chiesette imbiancate a calce. Ce n’è anche per i sub, che possono fare base al simpatico e organizzato centro diving di Aegiali e vivere scene da film – Le grand bleu, girato qui- in un’acqua scura e violacea. E poi anche visitare i mitici paesini richiederà un bel lavoro di gambe: Chora, Langada e Tholaria sono ancora abbastanza abitate e non troppo turistiche. Una meraviglia.
Un consiglio, anche ai più scatenati: non perdete il ritmo lento dei piccoli borghi. Fa parte della magia del luogo.
2) I sognatori: da Atene a Epidauro
Se non si è sognatori e capaci di vedere anche l’invisibile, difficilmente la ‘Grecia classica’ lascerà il segno. Un po’ di delusione, in siti a volte poco curati o dove rispetto a quanto si è studiato è rimasto forse un capitello dorico, altrimenti potrebbe essere in agguato. Forse non vale per l’Acropoli, spettacolare sulla sua collina, così come per il suo moderno museo. O per il Museo Archeologico, in cui sembra di tornare non solo alle origini della nostra civiltà, ma anche di qualcosa dentro noi stessi.
Un po’ di immaginazione, e poesia, serve invece a Micene, da visitare al tramonto quando i raggi del sole incendiano la campagna e può capitare di restare da soli a pensare ad Agamennone o alla guerra di Troia. Serve a Epidauro, nella luce argentea del mattino, quando dopo lo stupore dello spettacolare teatro, si resta un po’ perplessi davanti a colonne ricostruite con tasselli non originali. Serve immaginazione (e tanta acqua) sull’Acrocorinto, cercando il mito fra rovine e candele accese nelle chiese bizantine.

Capo Sounio
Il consiglio: noleggiate l’auto ad Atene e non tralasciate, anche se si trova dalla parte opposta, anche Capo Sounion col suo splendido Tempio di Poseidone. Per veri irriducibili del classico, con tuffo e taverna garantiti.
3) I rocker: Serifos
Se Amorgos è la mia isola preferita, Serifos è la più simpatica. Non vuole piacere per forza e la consiglio a chi cerca le casette bianche della Grecia, gli adorabili paesini cicladici, ma non punta alla perfezione, alla cornice idialliaca a tutti i costi. Serifos può permettersi di avere anche qualche spiaggia non strepitosa e qualche murales, ma il grappolo di case bianche della Chora è uno degli spettacoli più belli che ho trovato in Grecia. Trovo molto rock il monaco che da tanti anni vive da solo nel bellissimo montastero di Tachiarchis, gioviale e circondato da gatti. Trovo rock il gestore dell’unica cantina organizzata dell’isola, il giovane Christos che porta avanti le sue radici, innovando. E dormire in spiaggia sotto le tamerici invece che sotto l’ombrellone, in vero stile locale. Greek power!
Il consiglio: è un’isola comoda anche se non si hanno tanti giorni a disposizione. Dal Pireo infatti il traghetto veloce impiega solo un’ora e mezza.
4) I radical chic: il Mani

Vathia
Può sembrare un paradosso nella stretta terra che si allunga sotto Sparta, mentre ci si inoltra in una terra di campagna, fra gli ulivi. Questo dito del Peloponneso è stato a lungo isolato, e molto povero, anche per il paesaggio arido e difficile da coltivare. Lo dimostrano i borghi in abbandono e le case-torri in rovina. Eppure. Eppure quelle restaurate oggi sono boutique hotel belli (e cari a volte) come mai avevo visto in Grecia, con la pietra viva e arredati con gusto. Accanto a calette semideserte dall’acqua cristallina, si trovano bagni attrezzati con gusto, con servizio in spiaggia, ma mai pacchiani. Se fossi un vegano (o quanto meno un vegetariano)- al netto che si mangiano stupende salsicce aromatizzate all’arancia- verrei certamente qui, dove le verdure sono freschissime e saporite, le insalate più originali del solito e quasi dappertutto ho trovato prodotti biologici. Infine, ad Areopoli e Limeni la sera il cocktail è assicurato.
Il consiglio: non si può viaggiare in questa regione senza leggere il meraviglioso libro Mani di Patrick Leigh Fermor, vera guida, anche se con gli occhi di 70 anni fa, di questi piccolo, fiero, mondo nascosto.
5) I buongustai: Sifnos
E’ una delle isole in cui ho mangiato meglio. E’ davvero una meta, sempre nelle Cicladi, da chi cerca sì i piatti tipici, ma anche una cucina più innovativa. E magari qualche cocktail curato. Per questo il posto da non perdere è Apollonia, la cittadina che d’estate si anima di vacanzieri fra gli stretti vicoli. In uno di questi si trova anche il ristorante Rambagas del giudice dello chef greco Yiannis Loucacos, dove, ad esempio, assaggiare una moussaka fighetta (ma io preferisco quella casalinga). Sulla spiaggia di Platis Gialos, invece, oltre alle proposte con hummus del Maiolica e colazioni vegane al Palmira c’è pure un gettonato fish bar, Omega 3, in cui si è fermata Scarlett Johansson: l’anno scorso in spiaggia se ne parlava molto e i prezzi del locale, per quanto non proprio da New York, iniziano a salire.
Il consiglio: per un pranzo con i fiocchi, si può mangiare pesce fresco nel piccolo porticciolo di Heronissos, proprio sull’acqua e a un passo dalle reti.
6) I romantici: da Nauplia a Monemvasia
Amate i paesini, il loro dedalo di viuzze, gli scorci sul mare? La Grecia continentale ha i suoi assi nella manica. Come Nauplia, in Argolide, cinta dalle sue mura, con la sua impronta veneziana e il piccolo centro da esplorare a piedi (nel senso che l’auto la si lascia proprio fuori). Per gli inguaribili romantici, si può fare anche il giro in calessino alla luce del tramonto da vedere, ovviamente, sul mare. Posizione scenografica unica per Monemvasia, nel vicino dito del Peloponneso, che resta nascosta dalla montagna per chi arriva dalla strada. Anche qui si lascia l’auto nella lunga salita che collega questa antica città bizantina alla terraferma e ci si immerge in un mondo sospeso di tetti rossi, stradine da cui sospirare davanti ai flutti e boutique hotel.
Il consiglio: in entrambe le cittadine, mettetevi una mano sul cuore e sul portafogli. Se volete visitarle, conviene spendere qualcosa in più, ma dormire dentro le mura. Qui, del resto, si viene per l’atmosfera, che però abita in vie pedonali e silenziose.
7) Per tutti: Santorini
Ci ho pensato e ripensto, questa isola entra in tante categorie e nessuna. E’ uno dei posti più iconici e fotografati della Grecia, ci sono sempre turisti, costa di più e molti puristi saranno allergici a questi aspetti. Però… però è bellissima. La verità è che Santorini secondo me è perfetta per tutti perché oguno saprà trovarci una sua speciale isola: va solo cercato il proprio angolo. La consiglio a chi ama la natura nelle sue manifestazioni più spettacolari e violente: quella semiluna di isola mancante, sprofondata sotto il mare, emozionerebbe anche un ghiacciolo, così come il contrasto fra la roccia nera, vulcanica, e un mare di un azzurro che resta per sempre negli occhi. I colori sono esplosivi nella Red Beach, ma anche nelle spiagge dove la sabbia è nera. La consiglio a chi ama il vino, perché si possono visitare cantine di buon livello e organizzate. A chi ama l’archeologia, per il sito di Akrotiri e a chi ama gli aperitivi al tramonto e la movida serale di Oia. Così come a chi vuole scappare dalla folla nei paesini, magari nel piccolo Pyrgos e rifugiarsi al ristorante Selene.

Santorini vista dal centro della Caldera
Il consiglio: Santorini è davvero tanto più affollata di altre isole (anche se confesso di essere sempre stata alla larga da quelle davvero trendy tipo Mykonos o Skiathos, che magari sono pure peggio) e per non spenderci pure troppo, può valere la pena di tenerla come base- sia in aereo che in nave- per poi magari visitare altre isole vicine come Amorgos, ad esempio, o Folegandros.
8) Gli adattabili: Naxos
E, aggiungerei, a chi sa viaggiare col cuore e occhi aperti, chi si emoziona per il semplice fatto di essere in Grecia. Fra le Cicladi, Naxos è un’isola più grande e meno spettacolare di altre, ma è davvero comoda. Si può arrivare anche con l’aereo e offre tantissimi tipi di sistemazioni, il che la rende molto adatta a chi viaggia in famiglia, magari con bambini. Quest’isola, famosa per la Portara, un suggestivo portale di pietra da cui ammirare il tramonto (ultimo frammento rimasto del tempio di Apollo), dà meno la sensazione di essere lontani dal mondo – ma può capitare nelle spiagge più occidentali come Psilli Ammos, ma offre tutto quello che si può amare della Grecia. Colorate e generose taverne sulla spiaggia, magari in quella bella di Agios Prokopios; paesini immacolati come Koronos e Koronida; una chiesetta candida per ogni giorno dell’anno, vasche serali al porto, magari fermandosi a bere un Kitron locale. E la vita diventa semplice, per chi si ferma ad apprezzarla.
Il consiglio: una sosta da I Platsa, a Koronos. La moussaka sotto il pergolato vale il viaggio.