Che il Laos sia un paese imprevedibile e completamente fuori da ogni schema l’ho già detto. Ma fra le cose che mi hanno stupito di più (nel mio caso non è una novità, lo so) c’è la cucina. Devo dirlo subito: i piatti laotiani mi sono parsi buoni, ma non indimenticabili (mi perdonino gli amanti dello sticky rice, ma davvero non è il mio forte). Però c’è un aspetto incredibile: la fusione con la cucina francese, che racconta in una forchettata (sì, si usano più le posate delle bacchette) anni di esperienza coloniale. Sembra scontato, ma non lo è. E il risultato, nel lungo periodo, è fantastico: un po’ perché oggi l’incontro fra le due culture ha creato comunque piatti nuovi e originali. Un po’ perché mangiare francese in riva al Mekong costa meno della metà che in Italia. Accetto già la critica: questo non può essere la vera realtà culinaria locale. Rimando al mittente. Il Laos è tutto questo: street food al mercato notturno, come questo spaccato di Francia. La storia ce la teniamo così ormai. Ed ecco quindi qualche indirizzo da provare abbandonando i pregiudizi.
Luang Prabang
Basta farsi un giro sulla via principale dell’antica capitale per rendersene conto. E sono già aperte la mattina all’alba durante la suggestione processione dei monaci buddisti. Nel cuore della città simbolo del Laos, fioccano le boulangerie. Pan au chocolat e baguette di tutti i tipi fanno bella mostra di sé dietro le vetrine e anche a colazione, infatti, una bella fetta di pane (anche calda) non manca mai. Così come il burro e la marmellata. Va detto che i laotiani mangiano anche zuppe di noodles, ma comunque si può scegliere. Per noi italiani è uno spasso: non manca mai il caffè (il Laos ci sono famose piantagioni sull’altopiano di Bolovan) e, soprattutto, va per la maggiore l’omelette. Persino nella giungla ce l’hanno preparata, con tanto di erbette. Favolosa. Ma se già la colazione è strepitosa ovunque, anche perché abbinata alla succosa frutta tropicale, ecco un posto che ho adorato.
Tangor
Il menù recita: “Dove l’Occidente e l’Oriente si incontrano, si crea il perfetto equilibrio tra la cucina, la musica e l’atmosfera”. Il Tangor attira l’attenzione per il suo interno in teak e i tavolini di legno sulla veranda, illuminata dalle lanterne. Poi si dà un’occhiata alla lavagna e ai piatti del giorno, alla lista dei cocktail e capita di passare lì un’intera serata. Anche più di una. Questo locale (noto con piacere che è il primo classificato su Trip Advisor) è un luogo magico, da cui guardare il passeggio e godersi l’atmosfera di Luang Prabang, fatta di luci colorate, frastuono dei tuk tuk, vociare degli ultimi espositori del mercato notturno. La prima sera abbiamo provati ottimi cocktail a base di lime, mirtilli, frutto della passione. Poi siamo tornati per cena e ci siamo divertiti a mescolare ingredienti e paesi. Ottimi spring roll prima, per poi passare un camambert caldo con granella di nocciola e tradizionale canard. Meraviglioso anche il dessert, una tarte au citron resa più frizzante dal lime. Una favola, davvero (e anche un po’ il titolare francese, ammettiamolo). Posto da provare assolutamente.
Vientiane
E’ la capitale del Paese e qui più che altrove fioccano i retaggi coloniali. Anche nella cucina, da provare all’interno di incredibili boulangerie e bistrot che propongono baguette. Sì, ad esempio da Banneton, c’è un’ampia scelta di panini e quiche, con un singolare mix di ingredienti tradizionali e laotiani. Posto storico, ottimo per un pranzo seduti.
L’Adresse de Tinay
Ci abbiamo messo un po’ a trovarlo, defilato di fianco a un ristorantino vietnamita (per altro piuttosto buono), ma ne è valsa la pena. Perché lo chef Tinay, che ha lasciato il Laos per Parigi, è poi tornato a Vientiane per aprire un suo locale. E il risultato non poteva essere che un incontro perfetto di sapori e stili. L’Adresse de Tinay ha un design moderno è fin troppo strutturato per i miei gusti (ci sono quasi più camerieri intenti a versarti l’acqua o il vino che clienti), ma il menù e le premure dei proprietari (Tinay compreso che esce a salutare) sono speciali. Specialità della casa è un vero e proprio cappuccino, ma di verdure. Il mio era una crema di zucca, con tanto di schiuma! E poi degli spring roll in versione completamente rivisitata: ripieni di formaggi di capra bio (decisamente strano per essere in Laos). Ottimo il vino, ottimo tutto: se volete viziarvi un po’ è il posto giusto.
Le Vendome
Ed ecco un posto completamente diverso. Siamo sempre in un angolo di Francia, ma il ristorante è molto più tradizionale. Una parentesi dal caos cittadino e dal caldo grazie ai ventilatori sul soffitto della veranda. Il menù è pieno di classici della cucina francese, compresi i soufflé: ne abbiamo provato uno, davvero altissimo e sofficissimo. Altri piatti? Ottimo il canard, non all’arancia, ma al mango. Oppure il pesce del Mekong stufato. Tutto molto saporito. Il prezzo? Non più di 35 euro in due: un’enormità per il Laos, la metà di quanto si spende in Italia.
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