Balcani
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Viaggio nei Balcani, capitolo 1

Dubrovnik

Dubrovnik

Attraversare i Balcani occidentali è un viaggio nel viaggio. Il paesaggio si trasforma, fuori dal finestrino, mentre si scende attraverso la Slovenia e la Croazia, ci si spinge fino al Montenegro per risalire in Bosnia Erzegovina, sempre più a Est. Cambiano i colori, dalle pietre abbaglianti delle case di Dubrovnik, al grigio dei palazzi della Novo Sarajevo. Cambiano i volti, dai fisici atleti dei croati, alle donne velate della Bascarsija. Cambiano i campanili, che lasciano il passo ai minareti. Cambiano i sapori, dai risotti di mare della costa, ai piatti virili di carne del Montenegro. Visitare i paesi della ex Jugoslavia, cuciti tra loro come una trapunta colorata, meriterebbe mesi di viaggio e anni di comprensione, ma anche una sola settimana passata a macinare chilometri è così ricca da sentirsi sazi.

Ma il percorso che propongo qui è comunque un assaggio di questa terra di confine tra Asia e Europa, in cui troppo spesso si è accesa la miccia innescata da rancori antichi, conflitti religiosi, istinti primordiali. Ma anche una terra divisa fra montagne severe, verde scintillante (piove parecchio in effetti) e mare di un azzurro intenso. Come l’ho scelto. Dovevo raggiungere il Montenegro e il resto dell’itinerario l’ho costruito attorno alla tappa di Tivat. Una prima osservazione: viaggiare in auto si può e anche solo con la buona vecchia cartina stradale. Le strade sono nuove in Croazia (alcune autostrade sono in via di completamento), anche se in Bosnia vi aspetteranno valichi e gole profonde. Attenzione ai documenti della macchina, in particolare carta verde e certificato di proprietà: si attraversano dogane continuamente – e come poteva essere diversamente in questo tetris di stati – e soprattutto l’ingresso nella Repubblica Srpska è decisamente… rigoroso. Comodo anche il traghetto: quello da Spalato ad Ancona parte tutte le sere intorno alle 20 (attenzione, la Blue line non accetta carte di credito a bordo, ho rischiato di non mangiare, ma le cuccette sono confortevoli). Ecco le tappe.

Lo stupendo giardino nel convento dei cappuccini a Sibenik

Lo stupendo giardino nel convento dei cappuccini a Sibenik

Trieste. Nel mio immaginario, un viaggio nei Balcani non poteva non partire da questa nostrana porta verso Est. E’ stato un blitz veloce, durato una mattina, in cui ho potuto notare palazzi storici e siti archeologici accostati a brutte costruzioni moderne, ma vale la pena anche solo per sedersi in uno dei magnifici caffé storici del centro. La piazza, spalancata sul mare, è una piccola anteprima dell’architettura austroungarica che si vedrà nel resto del viaggio. Se capitate una domenica, assistete a un rito ortodosso nella chiesa di San Spiridione; sono entrata, in quanto turista, solo alla fine, ma è davvero interessante. In più, per la prima volta sentire parlare serbo attorno a voi.

Sibenik. Una perla di questo tratto di Dalmazia. Un piccolo centro storico in cui si rincorrono vicoli, piazzette, chiese nascoste e uno stupendo giardino fiorito in un convento di Cappuccini. Anche se il vero pezzo forte, in questa piccola cittadina sul mare che un tempo si chiamava Sibenco, è la Cattedrale.

Gli uomini di Sibenik del Quattrocento

Gli uomini di Sibenik del Quattrocento

Costruita a più riprese in epoca rinascimentale, è nota soprattutto per la corona, all’esterno dell’abside, di volti umani: fermatevi a guardare ogni singolo viso, vi troverete a dialogare con uomini realmente esistiti ai tempi dello scultore, Giorgio Orsini. Un vero salto nel tempo. A Sibenik conviene assolutamente pernottare: per ammirare al meglio la Cattedrale e nel frattempo assaggiare l’ottima cucina dalmata, non c’è niente di meglio del ristorante, arrampicato su una scalinata, Pelegrini (Ne parlerò in un prossimo post dedicato al cibo locale).

Split. Se i Balcani sono più viaggi insieme, Spalato racchiude più città in una. Inutile raccontare (bella l’introduzione della guida Routard della Croazia) come ci si senta su un set cinematografico: bisogna provare. Anche in questo caso un giorno pieno consente di vedere piuttosto bene il cuore della città, il palazzo di Diocleziano. Costruito dall’ultimo imperatore romano, custodisce palazzi, chiese e monumenti che si sono stratificati dall’antichità all’Ottocento. Affianco a una chiesa romanica troverete una casa del periodo napoleonico; in una piazzetta che ricorda Venezia, scoprirete abitazioni rinascimentali. Ma la vera bellezza di Spalato è questa rilassata convivenza di epoche e genti diverse, nonché la dimostrazione che i centri storici vanno vissuti, riempiti di attività, perché la storia si rinnovi. Molte delle nostre città italiane, a volte degli autentici gioielli, restano inesorabilmente deserti o non sufficientemente valorizzati, inchiodati dai vincoli della Sovrintendenza di turno. Nel nostro paese, molti patrimoni unici sono rovinati non certo dal fiorire di attività turistiche, quanto dall’incuria e dai pochi investimenti nel settore culturale e artistico.

Il Luxor di Spalato

Il Luxor di Spalato

E invece Split, con i suoi ristorantini turistici, i bar nelle piazze con i tavolini, con le sue colonne romane dentro le banche, trabocca di vita. Due consigli rapidi: non è la soluzione per dormire più economica (circa 90 euro a camera con vista mare), ma è fantastica la posizione del B&b Hotel Kastel, proprio a fianco del palazzo. Infine, da non perdere un bicchiere della staffa nel Peristilio, seduti sui gradini davanti al Luxor. La musica dal vivo scalda ancora di più la stupenda piazza illuminata dalla luna.

Kotor. Il Montenegro è un paese di contrasti: quanto la natura è potente e meravigliosa, più il recente turismo sta alterando alcuni tratti della bella costa intorno a Budva. Da quanto ho capito, l’isoletta-gioiello Sveti Stefan, è stato addirittura venduta ai russi. Però vale la pena di andare alla scoperta di questo piccolo paese, indipendente solo dal 2006, particolarmente apprezzato dagli amanti di sport invernali. Ma io mi sentirei di consigliarlo soprattutto a chi ama la barca, che sia a vela o yacht, perché ci sono sempre più possibilità offerte ai turisti di fare tour, anche di più giorni, fino alla Croazia e anche più giù, in Albania. A questo proposito segnalo un’attività in fase di avviamento(http://www.myitaca.me/): sono giovani molto in gamba che penso andranno lontano. La mia base in Montenegro è stata Tivat, che si sta sviluppando attorno al turismo nautico.

Le suggestive isolette nelle Bocche di Cattaro

Le suggestive isolette nelle Bocche di Cattaro

Il paese è molto comodo per visitare le Bocche di Cattaro: un’insenatura in cui l’Adriatico si è fatto strada per lunghi chilometri, tanto che molti lo considerano un fiordo. Due i punti da non perdere. Il primo è Perast: citando la Lonely Planet ‘Balcani occidentali’, è come un frammento di Venezia che ha galleggiato fino a qui. Vale una sosta per imbarcarsi per le isolette che custodiscono chiesette e cipressi e per un pranzo sul mare. E poi Cattarocittadina che veglia sulla gola, che purtroppo ho visto sotto una pioggia battente, ma che ha una sua bellezza nostalgica, mai ruffiana. Attenzione al tragitto: se venite da Tivat, prendete la strada nuova, verso l’areoporto. Quella lungomare, per quanto affascinante, è davvero troppo stretta e pericolosa.

Sarajevo. E’ come una bella donna dallo sguardo triste. Non ha perso il suo fascino, anzi, ma le cicatrici sono fresche. Viene da chiedersi: chissà come era prima di queste ferite. L’impatto con Sarajevo, per chi come me, veniva dal Montenegro dopo sei ore di auto in strade di montagna, può atterrire.

Sarajevo vista dalle colline

Sarajevo vista dalle colline

Arrivare dall’areoporto e attraversare la lunga via dei cecchini, mentre sotto gli occhi scorrono palazzi bombardati e i segni delle granate, può togliere il fiato. Quando era bambina la Jugoslavia, nel mio immaginario fatto di frammenti televisivi e chiacchiere dei ‘grandi’, era il paese della guerra. Dove andavano quegli aerei che sfrecciavano sulle nostre teste in spiaggia a Riccione. Questa guerra della porta accanto qui si vede in ogni palazzo, la si immagina, la si sente, nonostante i tantissimi giovani che vivono qui e la vita notturna che esplode nei locali. La riflessione di ognuno di noi sui sanguinosi fatti degli anni Novanta è un’esperienza molto intima, ma l’ideale, per capirci qualcosa di più, è fare un giro al Museo del tunnel e fra i palazzi deturpati della Novo Sarajevo con una guida locale. Il nostro ottimo B&b (Pansion Vijecnica) ci ha presentato Ervin, che parla bene italiano e si destreggia abilmente fra le strettissime vie che si arrampicano sulle colline.

Un negozio artigianale di Sarajevo

Un negozio artigianale di Sarajevo

Dall’alto la città mostra il suo volto più struggente: tetti rossi, lapidi bianche (sono centinaia e centinaia i cimiteri cittadini), i minareti. Ripensandoci, il modo migliore per iniziare un tour cittadino sarebbe da qui. Ma Sarajevo è anche una città in cui riscoprire la lentezza, nel cuore del centro pedonale, che sembra un quartiere di Istanbul. Gironzolate, e trattate sul prezzo, fra i negozi di artigianato in rame, sorseggiate un caffè bosniaco da al Cafè Divan. Esplorate le moschee e la bella sinagoga, fate un giro nel bazar, sedetevi a mangiare, come tutti fanno qui, i gustosi cevapi. Il ricordo che vi resterà di più? La straordinaria gentilezza degli abitanti che incontrerete.

Dubrovnik. E’ la riprova che a volte un posto è così famoso perché è davvero straordinario. Dubrovnik è così. La sua luce risalta ancora di più dopo il cielo cupo della Bosnia (passate per Mostar, vale assolutamente una sosta). Sembra di camminare nella ‘città ideale’ dell’Anonimo fiorentino: il tempo qui si è fermato al Rinascimento, con i palazzi brillanti, i lastricati, le piazzette, ognuna con una musica diversa. Ma quella di Dubrovnik è una bellezza fiera, non banale, di cui essere un po’ invidiosi. Perché questa città ha conosciuto l’umiliazione dei bombardamenti, il terrore dell’assedio, ma dopo neanche vent’anni è più bella che mai, protetta dai suoi bastioni, avvolta dal mare.

I bastioni di Dubrovnik

I bastioni di Dubrovnik

Dormiteci. Iniziate a girarla verso il tramonto, quando i pulmann di turisti se ne saranno andati. E poi, dopo avere cenato in uno dei tantissimi ristorantini, tornate la mattina dopo. Due esperienze imperdibili: il giro a piedi sulle mura (dura almeno un’ora, non accettano gli euro) fra gli squarci d’azzurro e il convento di San Francesco, con un bel chiostro e un’antica farmacia. Un consiglio: pernottate in un posto che sovrasti il paese: sarà più facile trovare parcheggio ed eviterete di fare centinaia di gradini carichi di bagagli.

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