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Bruno Barbieri (Dal sito di Sky.it)

Quattro chiacchiere con lo chef Bruno Barbieri

Lo ammetto, anche io sono entrata nel tunnel e, per un paio di mesi, mi sono drogata di Masterchef Italia. Non avevo guardato la prima edizione e mi sono accostata con sospetto, come faccio spesso nei confronti dei talent show e della tv in generale, alla seconda. Poi, puntata dopo puntata, mi è letteralmente spuntata la voglia di cucinare, tanto che, verso la fine della serie, le serate sono diventate ‘metaculinarie’: me ai fornelli in attesa della temibile mistery box. Oltre alla sorpresa, come ho giù scritto, di trovare un concorrente conosciuto (il terzo classificato Andrea), credo che il programma abbia alcuni difetti. Ad esempio, sarebbe bello che gli chef dispensassero qualche dritta culinaria in più per noi poveri mortali (anche se nelle ultime puntate hanno intensificato i consigli ai concorrenti in preda al panico). Anche la registrazione, che sicuramente permette di selezionare solo i momenti chiave, a volte rende la trasmissione un po’ fredda. E tutti entrano molto nel personaggio e ci marciano su. Il vero successo, secondo me, dipende dall’azzeccato trio di giudici: Carlo Cracco, Bruno Barbieri e Joe Bastianich. Non solo perché sono …

Come si diventa Masterchef

Appena l’ho visto in tv ho avuto subito la sensazione di averlo già visto. Era lì, in trepidazione, fra gli aspiranti cuochi alle selezioni di Masterchef. Ed era lì, anche l’altra sera, sotto la graticola di Carlo Cracco, Joe Bastianich e Bruno Barbieri che hanno premiato il suo bizzarro frullato di ostriche. Poi, dopo aver vinto la manche ai fornelli, è scoppiato in lacrime. Ed è lì che mi è venuto in mente. Io Andrea Marconetti non solo l’avevo già visto, ma ci avevo pure parlato. Insomma, l’avevo intervistato nel 2010 quando, in una piazza un po’ meno nota, aveva vinto a Forlimpopoli il Premio Marietta (la leggendaria assistente di un certo Pellegrino Artusi). Ebbene il nostro Andrea, informatico classe 1974, liquidato dalla mia responsabile al giornale con “un po’ presuntuosetto il tuo cuoco”, già attraverso il telefono lasciava trapelare un’autentica passione per la cucina. Sembrava che quel premio avesse ‘stappato’ qualcosa (“mi ha scombussolato”, diceva), gli avesse dato coraggio, tanto da pensare seriamente di cambiare lavoro. Raccontava di come fossero state le donne di casa, la mamma e la nonna, ad averlo iniziato all’arte culinaria (“Si potrebbe dire …