Quattro chiacchiere con lo chef Bruno Barbieri
Lo ammetto, anche io sono entrata nel tunnel e, per un paio di mesi, mi sono drogata di Masterchef Italia. Non avevo guardato la prima edizione e mi sono accostata con sospetto, come faccio spesso nei confronti dei talent show e della tv in generale, alla seconda. Poi, puntata dopo puntata, mi è letteralmente spuntata la voglia di cucinare, tanto che, verso la fine della serie, le serate sono diventate ‘metaculinarie’: me ai fornelli in attesa della temibile mistery box. Oltre alla sorpresa, come ho giù scritto, di trovare un concorrente conosciuto (il terzo classificato Andrea), credo che il programma abbia alcuni difetti. Ad esempio, sarebbe bello che gli chef dispensassero qualche dritta culinaria in più per noi poveri mortali (anche se nelle ultime puntate hanno intensificato i consigli ai concorrenti in preda al panico). Anche la registrazione, che sicuramente permette di selezionare solo i momenti chiave, a volte rende la trasmissione un po’ fredda. E tutti entrano molto nel personaggio e ci marciano su. Il vero successo, secondo me, dipende dall’azzeccato trio di giudici: Carlo Cracco, Bruno Barbieri e Joe Bastianich. Non solo perché sono …