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Laugavegur

Il Laugavegur in Islanda

E’ possibile che il posto del cuore sia anche quello di cui non ho mai scritto una riga? Come se quel luogo e quei giorni fossero rimasti a lungo a sedimentare, a vivere in uno spazio interiore. Poi un giorno, all’improvviso, devo scriverne, anche per non perdere quelle sensazioni così vive, anche dopo anni, nella mia testa. E quel giorno è oggi. Sto parlando dell’Islanda, un viaggio che per me ha il sapore dell’incompiuto e chi mi chiama da un po’ di tempo per chiudere il cerchio. Quando sono stata la prima volta avevo a disposizione una settimana risicata, che è stata sufficiente per innamorarsi di questo paese, ma non abbastanza per sentirsi appagati. Ora so che tornerò, spero già quest’anno, ma intanto ecco la parte principale del mio viaggio, il Laugavegur. Quando mi avevano detto che era uno dei trekking più affascinanti del paese non sapevo bene cosa aspettarmi. Sono partita guardando le foto di Patrick, ma poco di più. Dopo una tappa a Reykyavik, città rilassata e giovane, e una nelle acque calde della …

Laos

Laos: il trekking nella giungla

 Le foreste non sono spazi qualsiasi. Tanto per cominciare, sono spazi cubici. Gli alberi ti circondano, ti guatano, premono da ogni lato, ti impediscono la visuale, lasciandoti intontito e privo di punti di riferimento. Ti fanno sentire piccolo, confuso e vulnerabile, come un bambino sparso in una folla di gambe estranee. In un deserto o in una prateria si ha la sensazione di essere in uno spazio vasto. Ma di una foresta si può solo avere sensazione. Le foreste sono non luoghi, vasti e senza forma. Vivi. Per farla breve, le foreste mettono una gran paura. Bill Bryson, Una passeggiata nei boschi Il caldo fiacca le gambe. E’ insopportabile, ma mai quanto la fatica. Non mi ero accorta a Bologna di essere tanto fuori forma. Oppure è questo luogo ad essere così ostile? Detesto i due canadesi avanti a me che avanzano spediti, ma come fanno a non stancarsi? Meglio guardare in basso perché se vedo davvero per quanto continua la salita, la tentazione di lasciar perdere sarà troppa. Ma ormai sono andata avanti, anche …

Laos, il viaggio dei viaggiatori

Uno degli aspetti che mi sono più rimasti impressi del mio viaggio fra Thailandia e Laos è stato l’incontro con loro: i viaggiatori, zaino in spalla o meno, conosciuti di continuo nell’arco di questi incredibili quindici giorni. Certo, non è stata la prima volta che alcune persone che hanno condiviso con me (per ragioni che restano assolutamente misteriose) anche solo qualche ora in un Paese siano rimaste presenze vive nella mia memoria una volta tornata a casa. In alcuni casi è rimasta una presenza fisica, come tangibili sono le foto che mi mandò, a Natale, una ragazza tedesca con cui avevo condiviso per caso alcuni giorni di trekking in Islanda. Quindi, è vero che in viaggio cerchiamo il contatto soprattutto della gente del posto (se no in fondo, che ci siamo andati a fare fino a laggiù). Ma è anche vero che a volte il viaggio è racchiuso in altri viaggi, come un sistema di matrioske, di persone che sfioriamo solo per un attimo. I loro racconti ci ispirano nuove avventure, ci portano con loro …

Dormire in tenda a duemila metri

Dormire in tenda al Salewa Base Camp Yuko invece nella sua compagna vedeva cinque caratteristiche diverse, che appagavano il suo talento artistico. “E’ bianca. Dunque è una poesia. Una poesia di una grande purezza. Congela la natura e la protegge. dunque è una vernice. La più delicata vernice dell’inverno. Si trasforma continuamente. dunque è una calligrafia. Ci sono diecimila modi di scrivere la parola neve. E’ sdrucciolevole. Dunque è una danza. Sulla neve ogni uomo può credersi funambolo. Si muta in acqua. Dunque è una musica. In primavera trasforma fiumi e torrenti in sinfonie di note bianche“. da ‘Neve’, Maxance Fermine Io non sono un’esperta di montagna. Non so sciare, non ho una tuta da sci, sono quella che fa sempre la corsa da Decathlon per cercare il minimo indispensabile il giorno prima di partire. Al freddo preferisco il caldo e ho dormito in tenda solo in Grecia, d’estate. Soffro di vertigini e stare a gambe a penzoloni nel vuoto a tratti mi impedisce di parlare. Ed è proprio per questo che ho deciso di partecipare al Salewa Base Camp a Merano 2000. Confesso che …