Un capodanno in Appennino
Da un po’ di tempo ho una fissa e anche questo ultimo Capodanno ci è finito in mezzo. Si chiama Appennino, tosco-emiliano nel mio caso. La prima rivelazione l’avevo avuta un primo maggio fra Pianaccio e Poggiolforato, in mezzo a ortensie violacee, case di sasso e lampioni che sapevano di sale da ballo d’altri tempi. I boschi e quelle montagne che non sono mai troppo alte, ma non sono neppure i miei colli bolognesi, si sono fatti strada nella testa e sono andati a scavare molto indietro. E quindi continuo a (ri)cercarli questi posti sull’Appennino fra Bologna, Modena e la Toscana, un’area vasta che per me ha una grammatica comune, e quest’anno mi è venuta la fissa di passarci la notte di San Silvestro. Perché la gioia di trovarmi dall’altra parte del mondo può convivere con la convinzione che anche vicino a casa abbiamo molto da vedere. O forse sono a caccia di radici in una anticipata crisi di mezza età. L’occasione è stata la casa che un amico ha messo a disposizione e Montecreto. …