Andalusia: di tapa in tapa/1
“Non capisco come mai a nessuno sia venuto in mente di proclamare la ‘tapa’ l’espressione alimentare di uno stile di vita in cui si prova tutto, si conversa molto, si beve in modo intelligente e si arriva alla non facile conclusione che, a piccole dosi, il mondo è bello” (soffitto della Vineria San Telmo, Siviglia) Una delle cose che mi convinceva meno della Spagna era sicuramente la cucina. Le due esperienze precedenti, del resto, erano stati la gita dell’ultimo anno del liceo a Barcellona, a suon di fritto in albergo (le famigerate mezze pensioni) e panini a pranzo, e una vacanza estiva a Formentera. Ma, anche per i prezzi non certo economici, già dieci anni fa, di quel viaggio ricordavo molte cene in casa (le famigerate case vacanze) e, va detto, meravigliosa sangria. E così, quando ho deciso di partire per l’Andalusia all’ultimo minuto è stato solo perché, a cavallo del ponte del 1° novembre, era la meta che costava meno. Mi sono dovuta ricredere. In una Siviglia e Granada insolitamente inzuppate d’acqua o ‘obbligata’ a tante …