In questo periodo Merano fa pensare soprattutto ai mercatini di Natale e in effetti anche io qualche giorno fa mi sono bevuta i miei gialli bombardini scegliendo qualche costosissimo regalino o ammenicolo casalingo e piangendo lacrime di coccodrillo dopo svariate fette di Sacher. Ma questo risvolto natalizio è solo una parte del mio quinto blitz in Alto Adige, in un angolo che continua a meravigliarmi. Forse sto diventando un’abitudinaria, ma mi piace avere un posto amico, di cui sto imparando a riconoscere i profili e che inizio a sentire famigliare. In più questa montagna che nasconde un’anima mediterranea per il suo particolare microclima è particolarmente adatta a persone come me, escluse dal popolo degli sciatori, ma amanti di passeggiate e ciaspolate, della storia e della buona tavola.
A Merano la metà di dicembre è un periodo strano, perché in teoria siamo in alta stagione, ma di fatto fra il ponte dell’Immacolata e Natale c’è una specie di pausa in cui diversi alberghi sono chiusi. Moltissimi masi, poi, sono in attività soltanto in primavera ed estate. In questa mia ultima spedizione, tra l’altro, sono partita con i nipotini ed era importante fare cose semplici: la vera scoperta è stata che quelle cose, in fondo, erano perfette anche per me. Ecco dunque qualche consiglio su cosa fare a Merano se vi trovate nei paraggi in questo periodo prenatalizio. Per chi ha voglia di un ripasso, nelle puntate precedenti avevo già parlato del giro per cantine lungo la strada del vino (quello vale tutto l’anno) e il Salewa Base Camp a Merano 2000, punto di partenza per tutti gli impianti sciistici (questo è per i matti che vogliono dormire in tenda a 2.300 metri… come me!).
Dormire a Schenna
In realtà il nome italiano è Scena e mi piace molto perché esprime l’essenza del posto: quello di essere una specie di terrazzo aperto su Merano. Siamo a due chilometri dalla cittadina, ma di fatto si sale da 300 a 600 metri: dall’albergo in cui eravamo noi, proprio sotto il Castello, ci faceva costante compagnia una stupenda vista sul gruppo Tessa. Considerando che non c’era neve e il paesaggio aveva i classici colori invernali un po’ spenti, non oso pensare quanto sia bello nelle altre stagioni. In altre parole, era già tutto stupendo così, con cieli limpidi da sembrare finti, c non vedo l’ora di tornare con gli alberi da frutto in fiore o durante la vendemmia. Una delle caratteristiche principali, infatti, è che si è circondati a perdita d’occhio da frutteti e vigneti, attraversati da panoramici sentieri per passeggiate. Quella che porta a Merano, ad esempio, è semplice, ma si cammina in una pace interrotta solo dal suono delle campane. Di sera la vallata è punteggiata di luci: i paesini sembrano comporre un presepe permanente e l’atmosfera è fiabesca. Oltre la vista, le case affrescate e i balconcini di legno, poi, Scena è anche un po’ più economica di Merano, raggiungibile in autobus in un quarto d’ora. Anche la montagna fatta con i mezzi pubblici è stata una novità, ampiamente promossa.
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Visitare San Giorgio
E’ la frazione di Schenna e di fatto parliamo di una manciata di case e pensioni che ruotano attorno alla suggestiva chiesa circolare di San Giorgio. All’interno ci sono affreschi medievali uniti a dettagli barocchi. Non credo ci sia luogo più suggestivo per una messa di Natale. Abbiamo avuto la fortuna di trovarla aperta in occasione dell’avvento contadino, una variante agreste dei mercatini. I prodotti erano esposti in una stalla, fra dolci e marmellate, mentre il pane veniva cotto nel forno. L’abbiamo mangiato caldo con un calice di vino affacciati sulla vallata baciata dal sole, stato forse il momento più bello. E’ un piccolo borgo che vale il viaggio.
Andare alle terme
Anche chi non ha la fissa del benessere avrà modo di ricredersi. Quelle di Merano sono fra le mie terme preferite, così racchiuse in una scatola di vetro: di giorno sono invase di luce, mentre la sera i toni sono soffusi e rilassanti. Amo molto le vasche all’aperto, con vista sulle cime. L’ultima volta i colori del cielo mi hanno ricordato quelli netti del presepe, quando cambiano dal giorno alla notte: il vapore che si alza dall’acqua calda verso il cielo che diventa viola è uno spettacolo che consiglio di vedere. Parlando di prezzi, per l’ingresso giornaliero ci aggiriamo sui 20 euro, esclusa la parte delle saune che va fatta senza costume e si paga a parte. In compenso ci sono sconti per famiglie. E’ importante portarsi tutto, dal telo alle ciabatte perché il negozio di costumi non è proprio a buon mercato.
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Scoprire il Museo della montagna di Messner
Il nostro famoso scalatore, una volta finito di avventurarsi sulle vette himalayane, le ha ricreate a Castel Firmiano (siamo più vicini a Bolzano qui, ma ne vale la pena). Sembra che abbia cercato di catturare lo spirito della montagna, così lungamente cercato, per racchiuderlo in un museo in cui salire e scendere, come sulle vette. Il museo per altro è diffuso, dislocato in sei sedi fino al bellunese, ma quello che ho visto io, la montagna incantata, è davvero suggestivo. Tutta l’ambientazione, a tratti labirintica, a tratti all’aria aperta, ricostruisce la vita in quota: si trovano documenti di storia locale, anche sulla travagliata annessione di queste zone all’Italia, fotografie e strumentazioni alpinistiche. Molto belle le stanze che racchiudono statue buddiste di provenienza orientale. Un bel concentrato di montagna che indaga il rapporto dell’uomo con la natura. Sempre una sfida, a volte una conquista. E’ chiuso il giovedì.
Mangiare alla Birreria Forst
Mi piace tornare in questo ristorante-giardino su Corso Libertà, tempio della birra locale. Si mangia in una veranda affacciata su un cortile fra le case tradizionali, con interi alberi fra i tavoli. Di sera l’atmosfera diventa più soffusa e ovattata, mentre di giorno è un posto adatto a tutta la famiglia o a gruppi di amici. Ho provato vari piatti fra quelli tipici proposti dal menù e i miei preferiti sono la rosticciata di patate e speck e il trionfale stinco di maiale con patate. Per gli amanti del genere, è davvero impressionante e perfetto con la birra della casa in edizione natalizia. Ci si aggira sui 30 euro a testa, ma i prezzi delle varie portate, alcune di selvaggina, variano molto. Sono tutte piuttosto abbondanti, una delle cose che ho più apprezzato la prima volta che sono andata, è che mi hanno frenato gli stessi camerieri nelle ordinazioni riportandomi alla ragione. Da allora scelgo con più cautela.