Ma i veri viaggiatori partono per partire e basta: cuori lievi, simili a palloncini che solo il caso muove eternamente, dicono sempre “Andiamo”, e non sanno perché. I loro desideri hanno le forme delle nuvole (Baudelaire)
Ci sono tanti viaggi. Quelli in cui si riempe lo zaino di cose che peseranno sulle spalle e quelli studiati prima sulle guide mentre è la testa a riempirsi di immagini e di aspettative. E poi ci sono viaggi che in realtà sono parti stesse della vita. Non ci accorgiamo delle fermate, ma riusciamo a vederle solo dopo che la strada è segnata, dopo che abbiamo percorso parte di quel tragitto imboccato in modi un po’ misteriosi. Ed è questo il viaggio che sto facendo adesso. Ultimamente sono riuscita a scrivere poco sul blog, ho avuto meno tempo di raccontare luoghi già visti, esperienze già fatte, perché mi sono sentita risucchiata dal presente. E da un futuro molto vicino.
Il fatto è che mi sposo. Mi sposo fra meno di un mese e in questo momento l’idea del viaggio è forte come non mai. Non solo perché questo periodo di preparazione sarà coronato da un viaggio lungo come non ci capitava da molto tempo (un mese, cioè un miraggio), ma perché l’attesa stessa che contraddistingue questa estate sospesa porta con sé bagagli carichi di ricordi, persone, cambiamenti. E, contattando persone per la cerimonia e vedendone altre in occasioni più o meno deliranti come i due (!) addii al nubilato, l’idea di avere fatto un cammino con ognuna di loro è fortissima. Alcune non le vedo più, o le sento meno di quanto vorrei, ma provo nei loro confronti profonda gratitudine per avere fatto un pezzo di strada con me. Sono nel mio cuore, come mia mamma, che ho dovuto salutare troppo presto. Altre saranno con me quel giorno e so che grazie a loro viaggio da anni in prima classe. Altre sono appena entrate nella mia vita, come una stupenda nipotina nata pochi giorni fa.
E’ un periodo di bilanci e pensando alle cose fatte fino a qui, non credevo fossero così tante e di certo mi apparivano più confuse. E, invece, anche quando non ci sembra che sia così, siamo in un continuo movimento. A volte l’interno e l’esterno non sono in sincronia e ci dobbiamo lavorare per trovarla, quella armonia. Il matrimonio in sé per me rappresenta ora due immagini diverse: un porto in cui rifugiarsi, non più soli, quando si alza il vento, ma allo stesso tempo il fatto stesso salpare insieme, in mare aperto, verso nuove mete. Oppure sorvolandole, come suggerisce la mongolfiera in mezzo alle nuvole che abbiamo scelto come ‘logo’ per tutta la nostra festa.
Forse è vero che la vita è quella cosa che capita mentre si stanno facendo altri progetti. Ne avevo altri quando ho incontrato Patrick, era diverso il binario. Da subito c’è stato un viaggio. Le sue foto che mi hanno ispirata, fatto venire voglia di partire. Poi le impressioni su un altro viaggio, uno scambio sul Portogallo. E poi c’è stato un suo viaggio in Giappone, perché per capire bisogna aspettare. C’è stata la neve sul mare. E poi c’è stato quel volo per New York, il primo, in una città che per me ha il sapore della libertà. Con lui c’è stata una scoperta, fondamentale; che i viaggi non sono solo in avanti, verso luoghi sconosciuti, ma vanno anche all’indietro, in luoghi già visti, da riassaporare insieme. Si viaggia anche tornando ed è bello farlo in due. Ci siamo innamorati della Grecia, abbiamo ballato a Cuba, siamo stati in silenzio a Gerusalemme e a Sarajevo, abbiamo mangiato, tanto, e bevuto, bene, fra Italia, Giappone, Francia, Spagna. Siamo stati alle Olimpiadi, a Londra, decidendolo il giorno prima. La vita è diventato un lento navigare sul fiume, in Laos.
E ora c’è il prossimo viaggio, in un altro mondo. La Nuova Zelanda, la terra all’ingiù, così lontana che rimane dalla parte opposta del mondo. L’abbiamo scelta perché unisce la potenza della natura alla particolarità della gente, in un incrocio fra Gran Bretagna e cultura del Pacifico. Poche città, ma con personalità, e tante pecore. E poi c’è il mio amato vino, gireremo per aziende vinicole a caccia di Sauvignon Blanc. E cammineremo, in un trekking nell’Isola del Sud, lungo la costa. Rispetto alla ‘vicina’ Australia, gli italiani sono molto più rari e cercheremo qualche storia interessante da raccontare. E poi, già che ci siamo, faremo un blitz alle Fiji, per vedere se il paradiso è così come lo raccontano. In mano avremo solo i biglietti aerei, il resto lo dobbiamo scrivere noi. Insieme.
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