Cuba
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Due settimane a Cuba: l’itinerario

L'Avana

Un percorso fra città, mare, natura.

L’Avana

Da quando c’è stata la svolta di Obama, la prima apertura degli Stati Uniti verso Cuba, ho già sentito dire da tantissime persone di volerci andare. Della serie, devo vederla ora, prima che cambi tutto. Al di là di questa frase che non amo (tutti i posti cambiano, la storia cambia. Poi anche io, sì, non vorrei mai vedere qui un centro commerciale, son sincera), è comunque vero che Cuba va vista, perché questa isola rappresenta un’eccezione, una curva della storia, una specie di Davide contro Golia: tutto lì è realmente unico. Non mi metto certo a esaltare o denigrare un regime, ma Cuba va presa così, con le sue contraddizioni, con il suo caos colorato, con la sua malinconica allegria, la musica. Un guazzabuglio, per dirla alla Gadda, che vale la pena esplorare: in questo post provo a dire come.

Come siamo andati a Cuba

Siamo partiti da Parigi con un volo Air France (circa 11 ore). Il nostro tour è durato due settimane e dico subito che sono poche: bastano per assaporare lo spirito del posto, ma non si possono fare mille tappe ecco. Abbiamo scelto di noleggiare l’auto e tutto sommato lo rifarei. Ma solo perché avevamo poco più di dieci giorni effettivi. Con più tempo a disposizione forse mi sarebbe piaciuto provare i pullman. Perché? Perché le strade sono impossibili: buche, indicazioni che scompaiono all’ultimo minuto, gente che gira i cartelli per poi darti consigli stradali a pagamento quando ormai avrai sbagliato direzione, benzinai disseminati in modo casuale e non tutti forniti del carburante adatto alle auto a noleggio. E poi le mance a tutte le persone che vigileranno sulla vostra auto (solo i turisti, del resto, le hanno). Insomma, l’idea di non pensare a tutti questi aspetti mi sarebbe piaciuto, poi è ovvio che la libertà di fermarsi ogni volta che si vuole è impagabile. Comunque anche la strada colabrodo fa parte del viaggio: noi abbiamo avuto la nostra dose di avventura forando in piena campagna. Se vi piace il brivido, l’auto fa per voi, ma di certo non è la scelta più economica. Qui, comunque, tutte le informazioni pratiche. Il periodo. Il fatto di andare a luglio non è stato male: è vero che è molto caldo e umido, ma gli acquazzoni non ci hanno mai veramente rovinato la vita. Certo, guidare con le saette che ti cadono a pochi metri dalla strada non è proprio un’esperienza che consiglierei a tutti, ma in generale abbiamo avuto bellissime giornate di sole e a volte il temporale rinfresca l’aria. Ah ecco, a volte nelle cittadine più piccole salta la luce: mi è capitato di dover rinunciare a una Pina Colada perché non andava il frullatore, ma non sono poi problemi enormi no? Quelli ve li creeranno le zanzare: meglio portare quintali di repellente, in questa stagione verso sera sono scatenate.

L’itinerario per un viaggio a Cuba: partenza da l’Avana

Itinerario per un viaggio a Cuba: L'Avana

Itinerario per un viaggio a Cuba: L’Avana

Itinerario per un viaggio a Cuba: L'Avana

Le auto d’epoca a L’Avana

Alla Bodeguita del Medio, L'Avana

Alla Bodeguita del Medio

Il giro parte da l’Avana. Ci siamo fermati due giorni e secondo me bastano. Una prima giornata è sufficiente a passeggiare per la parte vecchia della città, sporca e colorata. Chiassosa. Bellissime le piazze, Vieja, de Armasde la Catedral, frammenti viventi di un antico splendore. In una di queste ci si è avvicinato un ragazzo per farci da guida: non si trattava di una guida ufficiale, ma comunque abbiamo incontrato una persona preparata, che ci ha raccontato moltissime cose. Considerando che quelle statali per due persone sole non partivano, beh, non è andata male, anche se è ovvio che vi porterà da qualche amico per un drink o acquistare sigari. Una tappa d’obbligo, anche se turistica, è certamente la Bodeguita del Medio, tanta cara a Ernest Hemingway: la cosa più divertente è vedere come il Mojito qui si beva come l’acqua e venga prodotto in serie infinite. Per una seconda giornata è interessante provare un’auto d’epoca. Abbiamo fatto un giro di due ore a bordo di una Cadillac rosso fiammante del 1949: una delle esperienze più belle nella capitale. L’autista racconta aneddoti e percorrere il Malecon così è stato davvero emozionante. Interessante anche il Museo della Rivoluzione: ma, almeno fino a due anni fa, l’assenza dell’aria condizionata tagliava un po’ le gambe. Ma c’è tutto quello che si deve sapere della saga cubana: vale comunque la pena.

La Cadillac del 1949

La Cadillac del 1949

Da L’Avana al Cayo Las Brujas

Cuba, il treno blindado a Santa Clara

Il treno blindado a Santa Clara

Dopo avere preso la macchina (operazioni lunghette, sempre a Cuba, sia a tavola che per semplici cose) ci siamo diretti a Santa Clara, la città del Che. Siamo partiti la mattina sulle dieci e siamo arrivati per pranzo. Noi non ci siamo fermati a dormire, ma una tappa la merita, più per il Mausoleo di Che Guevara, piccolo e commovente, che per il treno Blindado (a proposito, è chiuso la domenica, come molti posti statali del resto). Dopo la visita abbiamo proseguito verso la costa, per raggiungere il cayo più vicino: las Brujas. E’ minuscolo e si raggiunge con l’auto su un terrapieno (c’è un posto di blocco, entrano solo i turisti con un documento, ma anche questa è Cuba). Abbiamo passato un paio di giorni in questo resort sui generis: posizione meravigliosa, con le casette proprio sul mare, cucina discutibile. Relax totale, a parte per la barca a motore che ci siamo trovati a guidare a sorpresa fra le mangrovie per raggiungere una vecchia e spettrale nave americana abbandonata in mezzo al mare. Luogo consigliatissimo, ma chi ama le spiagge più grandi e vuole avvistare i fenicotteri rosa dovrebbe proseguire più avanti fino al Cayo Santa Maria. Questi che ho indicato sono fra i pochi raggiungibili con la macchina: per i famosi Cayo Largo o Coco bisogna prendere l’aereo.

Itinerario per un viaggio a Cuba: Cayo Las Brujas

Itinerario per un viaggio a Cuba: Cayo Las Brujas

La spiaggia di Las Brujas

La spiaggia di Las Brujas

La terrazza del ristorante

La terrazza del ristorante

Verso Trinidad

Lasciando l’acqua cristallina siamo tornati sull’isola per attraversarla ‘dal lato stretto’: la destinazione era Trinidad. In mezzo, una sosta da non perdere: Remedios. Caldo, sonnolento, colorato. Un’atmosfera da Far West nel cuore di un paesino coloniale, dominato dalla chiesa gialla in piazza. Dopo avere mangiato fino a morire al paladar La Paloma, lasciatevi svenire sulle panchine ombreggiate a guardare la gente che passa e chiacchiera. Vale il viaggio.

I portici di Remedios

I portici di Remedios

Ma dicevo Trinidad. Direi la tappa più bella del viaggio. Cittadina Unesco meno verace, ma che regala l’illusione di essersi fermati agli anni Trenta. Edifici pastello, acciottolato, casas particulares che regalano la pace nel patio. Ma anche vita notturna: persino io che sono un palo della luce sono stata intercettata dai ballerini della Casa della musica, posto meraviglioso per ballare e bere drink sotto le stelle. Su quei gradini c’è l’anima di Cuba. E poi va detto che ci sono pure belle spiagge nei paraggi, ad esempio quella di Ancon (dove è possibile anche fare immersioni, ma anche starsene sotto ombrelloni di paglia a bere noci di cocco).

A Trinidad

A Trinidad

Da Trinidad è iniziata la risalita. Tappa a Cienfuegos, città della musica e più ‘cubana’ della precedente, ma sicuramente meno romantica. Qui tutti hanno qualche fantomatico amico italiano: uno ci ha convinti ad accompagnarlo in discoteca (!), per piantarci lì e andare con i suoi amici. Comunque un’esperienza, così come la casa particular in cui abbiamo alloggiato: piena di gatti e libri. Specialità della cuoca, pollo alla coca cola (mica male). E poi ancora più su fino a l’Avana, ma solo perché era l’unico modo per andare all’estremo nord-ovest: a Viñales. La chiamo autostrada (autopista) per modo di dire, perché in realtà come al solito ci si trova in una strada a doppio senso senza neanche un divisorio: almeno si riescono a fare le inversioni quando spariscono i cartelli. Abbiamo pure visto un uomo a cavallo (contromano) inseguire dei vitelli. Ma tutto questo è Cuba.

A Viñales ci sono due strade, circondate dalla campagna e curiose montagnette dall’aria preistorica, i mogotes: è luogo di piantagioni di tabacco e di caffè di lentezza. Consiglio almeno due giorni in questo luogo che è sceso a patti con i turisti in modo decisamente più sereno. Da qui si possono raggiungere anche dei Cayos (Jutia e Levisa): mare belissimo, spiaggia un po’ lasciata allo sbando. Bruttina Pinar del Rio, invece, per quanto ideale per acquistare il rum. Perfetto per consolarsi all’idea di ripartire.

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