Cinquanta sfumature di rosa: hanami
Una nuvola rosa, come una cipria che imbianca e colora delicatamente tetti e palazzi. Avevo aspettative altissime sulla fioritura dei ciliegi. E facevo bene. Un po’ perché è vero che anche nel nostro Paese gli alberi fioriscono, ma sono più un privilegio per chi vive fuori da un contesto urbano e ci siamo drammaticamente disabituati. Un po’ perché vedere il Giappone in primavera è stato come riscoprirlo per la prima volta. E poi per lo stupore che coglie loro, i giapponesi, che hanno reso un evento legato alla natura e ai suoi cicli un momento di festa, banchetto, vita di comunità. E lo so che vengo dall’Emilia e che da noi si festeggiano cotechini, paste al mattarello o vino, ma è incredibile vedere che i veri protagonisti sono loro, alberi e fiori.
Il bello quindi. Il bello impalpabile e fugace che si contrappone a città spesso grigie e squadrate. Forse il sakura, la fioritura, affascina ancora di più perché in Giappone ingentilisce strade nuove, case recenti, in un mondo così tante volte ricostruito, costretto periodicamente a rinnovarsi per sopravvivere (a incendi e terremoti ad esempio). Noi ci possiamo stupire sempre di un palazzo antico, di una chiesa medievale di una strada lastricata. Qui è (spesso) più difficile. E la natura risponde.
Il bello dei ciliegi fioriti è che sbucano in un angolo fra i palazzi, sotto una banca, o illuminano l’aria vicino a un corso d’acqua. Ma a volte sono stupefacenti per quanto sono numerosi, e per l’universo variopinto che vi si ritrova sotto. Passeggiando, mangiando, bevendo birra e sake. Fotografando. Una galleria di personaggi, di turisti, di selfie, di coppie sbalordite, almeno quanto me. Ecco alcuni dei punti d’osservazione che ho amato infinitamente.
Hiroshima
E’ una che città vivace nonostante l’atmosfera dolente. Ci sono stata proprio di domenica mattina, mentre famiglie intere e amici avevano appena preso cerate e cibarie per banchettare lungo il fiume che scorre a fianco del Parco della Pace.
Kyoto
Una città magica, romantica. Penso l’abbiano già scritto, ma non è un luogo comune: per l’atmosfera è una Parigi d’Oriente. Tra templi, parchi e lungofiume non si contano gli angoli resi ancora più affascinanti dalla fioritura. Ma anche molto divertenti.
Il percorso sugli ex binari ferroviari. A Higashiyama, subito fuori dalla fermata della metro Keage
A Gion. E’ il quartiere dei divertimenti, delle luci e dei ristoranti affollati. Ma, è anche il quartiere delle geisha, della grazia, delle case di legno. Qui la luce è solo delle lanterne. Qui si incontra il Giappone sognato, immaginato, aspettato.
Parco di Maruyama
Di notte, lanterne illuminate fra i templi. Di giorno, vita pulsante, street food attorno al ciliegio più antico di Kyoto.
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